Provo ad inserirmi in ritardo in questa interessante conversazione, chi ha avuto la sfortuna di farsi qualche scampagnata ad Hamm insieme sa che non sono sempre puntuale
Provo a ragionare su qualche ipotesi.
Teoricamente le cellule responsabili della forma delle squame e le cellule che esprimono i colori tramite i cromatofori dovrebbero essere differenti (scrivo teoricamente in quanto sui testi che ho qui con me in Francia si parla di due strutture divise).
La squama è formata da beta-cheratina, una proteina molto presente nelle cellule che morendo vanno ad accumularsi e depositarsi verso l'esterno della pelle per formarne lo strato più esterno (e quindi la squama). Queste cellule crescono e si differenziano a partire da uno strato cellulare detto strato germinativo, l'ultimo strato dell'epidermide. La forma e le dimensioni delle squame sono dovute al modo in cui si accumula la beta-cheratina.
Le cellule con i cromatofori sono invece presenti nel derma, un'altra struttura presente sotto l'epidermide.
Per quanto riguarda il colore bianco ho nozioni piuttosto generiche, ci sono cromatofori per il bianco (leucofori), oppure può essere dovuto alla totale assenza di qualsiasi cromatoforo, non so nello specifico dei gechi quale sia la situazione presente.
Premesso ciò, trovo difficile che la presenza di leucofori (o assenza di cromatofori) in alcune cellule possa influenzare in modo diretto le cellule soprastanti facendogli modificare alcuni meccanismi di replicazione e espressione dei geni che codificano per forma e struttura della cheratina.
Trovo più semplice pensare che a livello genetico i due geni che codificano l'espressione del bianco e l'espressione della forma della squama abbiano una correlazione tale che la presenza di uno influenzi la presenza dell'altro, e che quindi, a livello embrionale, sia influenzato tutto il pacchetto di cellule da cui svilupperà un particolare punto di pelle composto da epidermide e derma ecc... ecc...
Non è raro che il colore possa influenzare altre caratteristiche anatomiche, anche le più disparate (come ad esempio il gene letale dei cavalli bianchi).
Spero sia chiaro, ho provato ad essere sintetico e a riesumare qualche reminescenza dei primi anni di facoltà ma non sono materie che trattiamo in modo molto approfondito, magari Ale riesce a trovare qualche spunto per ragionarci meglio sopra.
Poi non mi inoltro più di tanto nel discorso
C. ciliatus e
C. belepensis, odio i cambiamenti tassonomici
e a riguardo ho letto in modo poco approfondito.