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Giovedì, 09 Giugno 2022 16:56

Il geco leopardino, storia evolutiva di un organismo modello

In molti ambiti di ricerca scientifica, come la medicina, la biologia evoluzionistica, ecc... si utilizzano "organismi modello" su cui condurre esperimenti relativi alle ipotesi formulate dai ricercatori. Un esempio classico è l'utilizzo di colture batteriche per testare l'efficacia di antibiotici in un'ottica medica oppure evoluzionistica, nel momento in cui essi sviluppano una resistenza.
Le caratteristiche ideali per un "modello" sono quelle di riprodursi velocemente, in gran numero, la relativa semplicità di allevamento (o coltura) e che le osservazioni su essi siano verificabili anche in altri organismi. Nel caso degli animali, una delle specie più nota alla terrariofilia è diventata involontariamente un modello: Eublepharis macularius (Blyth, 1854).


Il geco leopardino, studiato in neurofisiologia, genetica generale e genetica del cancro, negli ultimi anni è diventato indispensabile approfondirne la situazione tassonomica e identificarne in modo univoco la specie. Questa necessità nasce dal fatto che tutti gli esemplari di Eublepharis macularius presenti nei laboratori di ricerca derivano da popolazioni allevate (pet-trade) e senza avere certezze sulla loro origine, al di fuori di "parola di allevatore". La purezza di specie rimaneva quindi un'incognita, ciò avrebbe reso poco corretto continuare a chiamarlo Eublepharis macularius, anche a fronte di risultati derivanti dagli stessi esperimenti. E’ fondamentale quindi il riferimento corretto e preciso, non solo per la tassonomia ma per la riproducibilità stessa degli esprimenti in altri laboratori, proprio per l'oggettività di osservare lo stesso fenomeno in tempi e luoghi separati, eseguendo lo stesso metodo sullo stesso modello.

Questi i motivi che hanno portato Agaral, Bauer, Gable e altri collaboratori al produrre lo studio “The evolutionary history of an accidental model organism, the leopard gecko Eublepharis macularius (Squamata: Eublepharidae)”. Nella pubblicazione i ricercatori hanno esaminato in un arco di tempo che va dal 2009 al 2022, 43 campioni di Eublepharis sp. "wild" (W nei risultati) provenienti da voucher museali o prelievi su campo, di cui 34 con località georeferenziata e 48 "captive bred/nati in cattività" (C nei risultati), provenienti da vari allevamenti e discendenti di varie linee o morph. Tra questi, alcuni ibridi certi. Analizzando le sequenze nucleotidiche di ben 3 geni, di cui 2 nucleari e 1 mitocondriale, è stato costruito il clade del genere Eublepharis, mettendo in luce sia le relazioni filogenetiche tra le specie campionate e la corrispondenza nominale tra "nome di specie reale vs nome di specie nel pet-trade".

I risultati dello studio mostrano:

  • Eublepharis angramainyu ed E. fuscus W corrispondono a E. angramainyu ed E. fuscus C;
  • Eublepharis afghanicus C trova corrispondenza in E. sp. "Himalaya" W, quindi un'entità specifica ancora non descritta formalmente. Questa "linea" sarebbe importante mantenerla isolata nel pet-trade evitando qualsiasi ibridazione;
  • Eublepharis m. fasciolatus, E. m. montanus, E. macularius C trovano corrispondenza in E. macularius W, facendo definitivamente cadere la validità di tali nomi sottospecifici;
  • Eublepharis turcmenicus C trova corrispondenza in E. macularius W, anche se la sequenza esaminata parrebbe non valida a causa di errata referenza nel database. Questo dato non viene ritenuto valido, seppur citato.
  • Eublepharis satpuraensis, solo W, non ci sono corrispondenze tra i campioni C;
  • 10 campioni di Eublepharis macularius C di varie linee e morph, corrispondono in maniera quasi perfetta ad un campione di E. macularius W georeferenziato "Karachi" che assieme agli altri 38 campioni C (48 in totale), corrispondono alle linee di E. macularius W, georeferenziate "Pakistan centro-meridionale". Questo è il dato più importante dello studio, poiché attesta la validità specifica di Eublepharis macularius dei soggetti presenti in laboratorio, a prescindere dalle linee o dai morph.


In fine, vengono identificate altre due linee W, citate come Eeublepharis sp. "Pakistan" ed E. sp. "Rajasthan", che assieme a E. sp. "Himalaya", E. cf angramainyu ed E. cf hardwickii (ad oggi identificato come E. pictus) rappresentano i risultati a cui andranno dedicati approfondimenti tassonomici e filogenetici.


 

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Letto 898 volte Ultima modifica il Venerdì, 10 Giugno 2022 10:25