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Domenica, 12 Giugno 2011 00:00

Il genere Gonatodes

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Articolo riassuntivo tratto dalle esperienze e le informazioni scambiate in una serata in chat tra allevatori e appassionati, utenti di Italian Gekko.

  • Agli inizi dell'800 Gray classificò la prima specie di Gonatodes che descrisse come Cyrtodactylus ocellatus (ora sinonimo di Gonatodes ocellatus), solo nel 1843 circa dieci anni dopo il lavoro di Gray, Fitzinger introdusse il genere Gonatodes.
  • Il genere Gonatodes è costituito da gechi di piccole dimensioni, i più grandi esponenti del genere come G. tapojonicus e G. ceciliae non superano i 12cm.
    Sono ottimi arrampicatori grazie alle forti unghie, le lamelle subdigitali sono presenti ma poco sviluppate. Come la maggior parte dei gechi diurni presentano pupilla circolare.
    I maschi del genere Gonatodes sono piuttosto colorati, G. daudini è uno dei più appariscenti.
    Le colorazioni accese in natura fungono da deterrente per i predatori (aposematismo) e da ornamento nuziale, mentre le femmine usufruiscono di una colorazione criptica.
    Gonatodes è composto da animali arboricoli/rupicoli che abitano le aree basse delle foreste.
  • Questi gechi provengono da zone con clima piuttosto umidi e caldo, sono infatti distribuiti in gran parte del Sud America ( Cuba, Hispaniola, Antille, Colombia, Amazonia, Venezuela, Margarita, ecc...).
  • I dati sulle locality non sono facilmente reperibili, sono però presenti alcune differenze fenotipiche tra esemplari della stessa specie, ma con diversa distribuzione.
    In caso di differenze fenotipiche molto marcate, alcune locality vengono elevate a rango di sottospecie.
  • Per allevare questi gechi necessita un terrario di 30x30x40cm circa, con substrato composto da torba, qualche corteccia e piante vere o finte.
    Anche i terrari in rete possono andare bene, a patto che non compromettano le temperature d'allevamento.
    Anche se si tratta di gechi diurni non sono indispensabili fonti UVB, ma nel caso in cui si volessero utilizzare sono sconsigliate lampade con percentuali superiori al 2%.
  • Tra i maschi e le femmine appartenenti al genere Gonatodes, è presente un forte dicromatismo, eccezion fatta per Gonatodes astralis e Gonatodes lichenosus, dove entrambi i sessi hanno la medesima colorazione.
  • Provenendo da zone del mondo in cui il clima è temperato e le temperature non scendono mai sotto i 17°-20°C, questi gechi non necessitano di una vera e propria bruma.
    Il periodo migliore per riprodurli coincide con l'arrivo del caldo, dopo il periodo freddo (anche se non sarà una vera e propria bruma) si inizieranno ad alzare le temperature e si dovrà nebulizzare abbondantemente emulando così la stagione delle piogge. In una decina di giorni si porteranno le temperature ad un gradiente termico di 28°C circa, a questo punto si uniranno i maschi alle femmine.
    Tenere singolarmente i sessi, almeno nel periodo in cui si innalzeranno le temperature, aiuterà a stimolare gli istinti riproduttivi.
    Tenendo sempre uniti i riproduttori non si incorre in particolari problemi.
  • Non sono molti i dati sulle tempistiche di gestazione, ma ad alte temperature in circa 15 giorni le femmine dovrebbero iniziare a deporre.
    Nella maggioranza dei casi le deposizioni contano un solo uovo, ma in una stagione una singola femmina può arrivare a deporne 5-6 volte.
    Le uova vengono sepolte nel substrato e sono a guscio duro.
  • Le uova si incubano su substrato asciutto, ma con un'umidità dell'aria tra l'80 e il 90%.
    Essendo gechi che abitano zone "fresche" le uova andranno incubate tra i 24° e i 27°C.
    L'incubazione può durare tra i 3 e i 5 mesi in base alle temperature.
    La sex ratio per incubazione è poco conosciuta, essendoci pochi dati a confermare questo elemento.
    Resta comunque molto probabile, che il sesso dei nascituri sia influenzabile dalle temperature di incubazione.
  • Ad oggi le specie di Gonatodes reperibili in commercio sono circa la metà di quelle esistenti in natura.
    In Europa si trovano facilmente G. vittatus, G. ocellatus e G. fuscus ma non sono rari (almeno negli ultimi anni) G. albogularis, G. ceciliae e G. humeralis.

     
Letto 931 volte Ultima modifica il Giovedì, 31 Gennaio 2019 09:40