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Lunedì, 24 Gennaio 2022 16:39

Frank Colacicco: L'importanza di osservare l'erpetofauna in natura

Tra gli eventi fieristici del settore terraristico, in Nord America, il NARBC (North American Reptile Breeders Congress) è sicuramente quello di maggior importanza. Prima dell'evento in quanto fiera, il noto appassionato erpetofilo Nathan Hall è solito organizzare il North American Gecko Symposium, un meeting composto da diverse conferenze tenute da erpetofili, erpetologi, veterinari e terraristi in generale.

Nell'edizione del 2019, al Gecko Symposium, Frank Colacicco ha presentato un riepilogo dei suoi viaggi dedicati all'Herping, intitolato "Outside the box, Geckos in their natural envoironment" alla scoperta e comprensione degli ecosistemi in cui rettili, in particolar modo i gechi vivono e si sono diversificati. Pur essendo in primis un terrarista di nota fama, molta della sua capacità, nell'allevare e riprodurre svariate specie di gechi e altri rettili, derivano proprio dall'esperienza maturata viaggiando in diverse zone del mondo, assimilando quante più informazioni possibili dei luoghi visitati.


Frank Colacicco, tra le rocce di granito dello Sibebe in Swaziland (Africa meridionale).

Frank pone l'attenzione sul fatto che conoscere gli habitat sul "campo" sia necessario per migliorare le condizioni di allevamento e i successi riproduttivi in ambiente terrariofilico. L'importanza del viaggio, non solo in una visione "turistica" ma anche scientifica, in cui è fondamentale sviluppare un occhio critico, riguardo agli habitat e micro-habitat; perché "non basta prendere un aereo, volare a Sydney, guardarsi intorno per cercare Underwoodisaurus milii e sperare di trovarlo ovunque", bisogna sapere esattamente dove, quando, come e con chi andare, per poter osservare la specie nell'ambiente in cui vive. Altra nota importante, si può letteralmente collaborare con ricercatori e accademici alla descrizione di fenomeni interessanti, registrare la presenza di specie note in aree prive di dati a riguardo o, addirittura, scoprirne letteralmente di nuove, partecipando alla descrizione formale o potendogli dare il nome.


Afroedura hawequensis - Foto: Frank Colacicco

Il relatore sprona i presenti ad andare ad osservare i loro animali in natura, quando in realtà molti di questi non hanno mai viaggiato. Frank pone l'attenzione sul piano monetario, facendo notare: quanto facilmente un allevatore/appassionato spenda centinaia se non migliaia di dollari per comprare un animale, da lì a poco, all'interno della fiera che si terrà, pur non avendo idea che con gli stessi soldi, potrebbe prendere un aereo e visitare il luogo in cui tale animale vive, arricchendosi di esperienza e nozioni interessanti.

Inizia così l'excursus dei viaggi: dalla Namibia, mostrando le differenze in ciò che sono i micro-habitat in alcuni luoghi, a diversa altitudine e composizione di substrato o vegetale, come lo Spitzkoppe. Qui, ad esempio, si rinvengono tra i gechi più interessanti, come Ptenopus sp., Rhoptropus sp., o Chondrodactylus angulifer namibiensis. Prosegue, con un luogo "alla portata di mano", la California, con i Coleonyx sp., Phyllodactylus sp., ecc… Porto Rico, altra meta vicina, per gli statunitensi, molto ricca di specie, in cui non è richiesto un passaporto ad esempio. Si torna in Sud Africa, a Groensrivermund, dove sulle spiagge in riva al mare è presente Pachydactylus austeni, un geco di piccole dimensioni, con spiccato dimorfismo sessuale, di cui le abitudini alimentari sono praticamente ignote; Frank stesso ha passato notti ad osservarli senza mai capire effettivamente di cosa si nutrissero, "probabilmente di piccole mosche invisibili all’occhio umano, o termiti nei sistemi radicali di alcune piante... oppure di sabbia!”.


Pachydactylus austeni - Foto: Frank Colacicco

Successivamente, Emirati Arabi Uniti, in cui si rinvengono specie di gran interesse terraristico, molto comuni nel loro habitat, tanto da "stare più attenti a non calpestarli che a cercarli", riferendosi a Pristurus carteri. Così come Teratoscincus keyserlingii, una specie "must" da trovare per qualunque gecofilo; dato che le altre specie del genere sono caratteristiche di zone "poco sicure", come Iran o il Kazakistan. Swaziland, Sud Africa nuovamente, alla ricerca di Afroedura major, su cui fa riflettere riguardo un altro aspetto: spesso non vi sono immagini online di specie particolarmente rare, quindi "andare sul posto, trovarle, scattare una foto e poter essere i primi a farlo, è ciò che tiene viva ancor di più questa passione". Tobago, i Caraibi, il paradiso vacanze per molti occidentali, anche qui l'erpetofauna è ricca! A questo punto, Gonatodes ceciliae è la specie utilizzata per il paragone sulla livrea che certe specie hanno in natura rispetto a quella in cattività, "per la qualità dei nutrienti? Della luce?". Oman, di nuovo in oriente, Stenodactylus sp., Trachydactylus spatalaurus, prima del suo soggiorno ritenuta la specie più rara degli UAE, Frank ha trovato una consistente popolazione, rinvenendo ben 25 esemplari in mezz'ora, quando solo una manciata ne erano noti alla comunità scientifica dal momento della descrizione. Avvertendo un ricercatore del posto che ha di seguito riportato la nota erpetologica in sua collaborazione: "Ora T. spatalurus non è più il geco più raro della zona". Belize, specie target Aristelliger georgeensis. Equador, in foresta è difficile trovare gechi, soprattutto se le specie sono piccole, come Lepidoblepharis sp., pur essendo eccitante poterle fotografare nel loro tipico micro-habitat: nei ruscelli con vegetazione marcescente nel sottobosco. Paarl, Sud Africa, Afroedura hawequensis grosso geco tipico di pareti rocciose a discreta altitudine che ricorda molto le Oedura , genere tipico dell’Australia. Damaraland, Namaqwualand, Skeleton Coast in Africa sud-occidentale, divertente l'aneddoto con cui va in conclusione la talk, legato alla situazione di pericolo in cui si è trovato, circondato da elefanti innervositi a causa di un leone nelle vicinanze mentre lui e amici erano intenti a cercare ovviamente gechi durante la notte.


C
hondrodactylus angulifer - Foto: Frank Colacicco

Una presentazione molto interessante, che vede valorizzare una persona non accademicamente formata ma con capacità critiche, gran interesse e passione per svariati aspetti naturalistici; una persona che con profonda dedizione alleva gechi ma a patto che quelle specie prima o poi possa vederle nel loro habitat naturale, contribuendo vivacemente anche sul piano scientifico. Per chiunque abbia fatto esperienze simili, è impossibile non farsi coinvolgere emotivamente da questo reportage di viaggio. Un invito a tutti i terraristi a uscire un po' di più e osservare i propri animali anche nei loro habitat nativi.

 

Il video della conferenza (da YouTube)


Letto 695 volte Ultima modifica il Martedì, 25 Gennaio 2022 14:38