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Giovedì, 26 Giugno 2025 14:23

Serpenti marini a Ibiza: allarmismo infondato In evidenza

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Si è assistito a un notevole clamore mediatico nelle ultime settimane. Turisti indignati, bagnanti terrorizzati, famiglie in cerca di salvezza. Vacanze rovinate, prenotazioni annullate, tutto a causa di spaventose apparizioni di enormi esseri che i notiziari hanno dipinto come appena usciti da qualche tipo di girone infernale. Ora però mettiamo da parte la paura del diverso e analizziamo la situazione con occhio critico.

Le misteriose creature non sono altro che colubri testa di cavallo (Hemorrhois hippocrepis) e sono in realtà serpenti appartenenti alla famiglia dei Colubridi, totalmente innocui per l’uomo e per i mammiferi medio-grandi, che abitano zone aride, di macchia mediterranea ma anche rurali. Sono autoctoni, quindi naturalmente presenti, a Pantelleria e in Sardegna e diffusi anche in Nordafrica dove, a volte, vengono sfruttati dagli incantatori di serpenti.
Nonostante abbiano sollevato un polverone di panico e notizie a causa di qualche nuotata divenuta adrenalinica, questi animali dovrebbero preoccupare per ben altri motivi.
I colubri testa di cavallo, infatti, posseggono sì una ghiandola di velenifera collegata a delle zanne ma essa secerne una tossina molto blanda che agisce solo sulle piccole prede di cui si nutrono e non c’è assolutamente di che preoccuparsi in termini di sicurezza: in caso di avvistamento, in acqua o su terra, di uno di questi animali sarà sufficiente lasciarlo stare e allontanarsi di qualche metro.


Hemorrhois hippocrepis

La preoccupazione legata alla presenza di questi serpenti non risiede infatti nella loro pericolosità per l’uomo, che è inesistente, ma piuttosto nel fatto che gli Hemorrhois hippocrepis, a Ibiza, non ci dovrebbero proprio stare. Sono stati però accidentalmente introdotti negli anni 2000 a seguito di una massiccia importazione di ulivi ornamentali italiani. I serpenti, annidati tra le radici delle piante o nascosti nei vasi, si sono dispersi nella natura e da allora non hanno smesso di colonizzarla, causando un’instabilità ecosistemica.
Si è assistito a un interessante fenomeno di plasticità ecologica: altre specie alloctone, ossia estranee all’ecosistema, negli ultimi secoli, sono state introdotte nelle Baleari ma solo gli Hemorrhois hippocrepis si sono adattati a tal punto da diventare una minaccia.
L’erpetologo del CNR Antonio Romano analizza infatti, che questi serpenti, sull’isola, non trovano predatori naturali che ne sfoltiscano il numero e per di più hanno a disposizione una grande quantità di prede. Nutrendosi senza difficoltà tendono a diventare più grandi del normale e, anche per questa ragione, sembrano raggiungere la maturità sessuale precocemente il che li rende, in tutto e per tutto, una specie invasiva.
Ad andarci di mezzo non siamo noi turisti ma è purtroppo la colorata lucertola delle Pitiuse (Podarcis pityusensis) che si trova solo ed esclusivamente sulle isole da cui prende il nome, tra cui proprio Ibiza. Non è importante soltanto per la sua bellezza ma perché, nutrendosi essa di fiori, frutti o semi oltre che di piccoli insetti, è una fondamentale parte dell’ecosistema come impollinatrice secondaria, spargitrice di semi e scoraggiatrice di parassiti.
Dopo quattromila anni si trova in serio pericolo d’estinzione e senza di essa l’ecosistema delle Baleari vacillerebbe, venendo repentinamente a mancare il suo equilibrio dopo appena vent’anni dall’introduzione accidentale della specie che si sta riempiendo la pancia di queste preziose lucertole e che oltretutto è in grado di nuotare verso gli isolotti vicini in cui anche lì andrebbe a decimarne la popolazione.
Sembrano essere stati presi provvedimenti dalle autorità locali mirati a limitare la diffusione dei colubri testa di cavallo ma ancora non si ha la certezza della loro efficacia.


Podarcis pityusensis - Foto by Arnaud Badiane

È comprensibile come l’animo umano faccia in fretta a identificare il predatore come "il cattivo della storia", soprattutto se è grande e ricoperto di squame; è importante però ricordare che questo serpente, a Ibiza, non voleva andarci. Ci è arrivato solo a causa dell’uomo e ovviamente, come ogni animale, è portato a nutrirsi e riprodursi. Lui non ha colpe, non capisce che, cacciando per sopravvivere, mette a rischio un ecosistema quindi è importante rispettarlo come essere vivente, non infastidirlo e soprattutto segnalarne gli avvistamenti alle autorità competenti.
Per ora la speranza risiede in programmi efficaci e, si spera, etici di cattura dei serpenti e tutela delle Podarcis pityusensis che, ora come ora, rischiano l’estinzione.


 

FONTI:

 

Letto 472 volte Ultima modifica il Giovedì, 26 Giugno 2025 16:11
Sofia Di Martino

Diplomata in chimica e biotecnologie sanitarie, appassionata di flora e fauna. Alleva eticamente gechi su piccola scala per selezionarne morph e struttura e fare divulgazione consapevole.

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