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Categoria: Morfologia

Con la capacità di aderire a superfici lisce come ad esempio il vetro, le zampe dei gechi sono da sempre uno degli argomenti che più interessa appassionati e studiosi.

Le zampe e in particolare le dita dei gechi, si sono evolute in funzione dell'ambiente in cui vivono, ecco perchè specie provenienti dallo stesso areale di distribuzione possono presentare arti molto simili, come completamente differenti. Infatti a livello tassonomico la struttura delle dita dei gechi è uno dei principali caratteri di identificazione di una determinata specie e da cui spesso trae il nome del genere d'appartenenza, come ad esempio Hemidactylus, Phyllodactylus, Rhacodactylus, ecc... la parola greca "Dactylus" significa "Dito".

Il fatto che i gechi siano in grado di camminare sui soffitti o di arrampicarsi su superfici lisce è cosa risaputa, ma solo da pochi anni si è capito come ci riescano. Le ipotesi sulle capacità di adesione delle lamelle adesive poste sotto le dita dei gechi (chiamate "setae" dal latino "setole") erano svariate, c'era chi sosteneva che ogni singola setae terminasse con una sorta di ventosa, altri ipotizzavano che la microscopicità delle setae ed il numero elevatissimo di queste poste sotto ogni dito, permettesse ai gechi di trovare un appiglio in qualsiasi superficie che presentasse anche una micro-imperfezione. In realtà nessuna di queste ipotesi ha trovato conferma, infatti le capacità adesive dei gechi sono legate alle forze di Van Der Waals. Ogni micro setola posizionata sotto le dita dei gechi è in grado di produrre una debole attrazione intermolecolare causata da dipoli indotti (un dipolo elettrico è un sistema composto da due cariche elettriche uguali e opposte di segno). Per quanto una singola setae sia in grado di produrre solo una debole attrazione intermolecolare, il numero elevatissimo di setae presente sotto ogni dito permette ai gechi si sopportare il loro peso senza alcuno sforzo. Una volta che le lamelle adesive aderiscono ad una superficie solo il geco è in grado di rimuoverle, tanto che esistono casi di esemplari che anche da morti rimangono appesi verticalmente.

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Perchè le setae abbiano sempre una buona presa devono rimanere perfettamente pulite, ecco perchè quando alcuni gechi camminano sul substrato tengono le dita girate verso l'alto (vedi foto sopra). Anche il processo di muta complica l'arrampicamento su superfici lisce, perchè la vecchia pelle prima d'essere rimossa si posiziona propri tra le lamelle adesive e la parete arrampicabile.

Anche se quasi tutti i gechi sono dotati di unghie, non tutti presentano lamelle adesive molto sviluppate, altri hanno una totale assenza di setae, ciò impedisce a queste specie di potersi arrampicare su superfici lisce, ma le unghie ben sviluppate gli permettono comunque di potersi arrampicare su muri, rocce e cortecce. Alcuni gechi come gli appartenenti al genere Thecadactylus (dotati di setae) presentano unghie retrattili come i gatti, sono infatti disposte in guaine poste sulla punta delle dita.

I gechi presentano due metodi di deambulazione, uno quasi eslcusivamente utilizzato dalle specie arboricole (Ailuronyx, Gehyra, Gekko, Rhacodactylus, ecc...), l'altro usato dalle specie terricole (Coleonyx, Eublepharis, Nephrurus, Teratoscincus, ecc...). Quando un geco arboricolo cammina, tende a tenere il ventre molto vicino al suolo, mentre le specie terricole deambulano tenendo il tronco del corpo ben sollevato dal terreno, in entrambi i casi il momento in cui il corpo è più sollevato dalle superfici è durante la corsa. Le differenze nel camminare non sono dettate da una scelta dei gechi, ma dalla struttura degli arti, infatti quasi tutte le specie arboricole hanno arti piuttosto corti e posizionati in asse con il corpo (una delle eccezioni è il genere Uroplatus), mentre i gechi terricoli hanno arti lunghi e ben separati dal corpo.

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Pachydactylus rangei, Pachydactylus vanzily e Stenodactylus arabicus  sono tre specie deserticole che hanno evoluto arti unici nel loro genere. Questi gechi presentano lembi di pelle che uniscono tra loro le dita, creando una vera e propria zampa palmata (simile a quelle di certi uccelli acquatici), che permette a questi animali di correre agevolmente sulla sabbia senza che l'intero arto affondi in essa. Allo stesso tempo le zampe palmate forniscono un ottimo mezzo per scavare tane nel substrato.

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Esistono altri gechi con zampe palmate si tratta delle specie appartenenti al genere Ptychozoon, comunemente chiamati "Gechi volanti",  in questi esemplari la palmatura tra le dita non serve per poter correre meglio, ma per aiutarsi a direzionare le planate che sono in grado di effettuare nello spostarsi da una pianta all'altra tramite l'ausilio di diverse membrane planari poste sotto gola, pancia, ariti e ai lati della coda.

zampe di alcune specie di geco.


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gehyra_marginata.jpg gehyra_oceanica.jpg hemidactylus_imbricatus.jpg

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