European Association of Zoo and Aquaria (EAZA): divieto di commercio e riproduzione di animali esotici

Come molti sapranno in tutta Europa le associazioni animaliste stanno cercando di vietare il commercio di animali esotici, in alcuni stati anche la riproduzione.
A Settembre 2021 nella rivista ZOOQUARIA, il Wildlife Trade Working Group di EAZA (una delle più importanti associazioni al mondo in termini di gestione di acquari e zoo, con finalità di studio, conservazione e reintroduzione di specie animali - https://www.eaza.net/) nell'articolo intitolato “In the shadow of Covid-19” a pagina 14, esprime la propria opinione in merito al tentativo di vietare il commercio e la riproduzione di animali esotici indirizzato ai privati.

Dal magazine:
"WHY TRADE BANS DON’T WORK

With the emergence of Covid-19, a wide sector of society has called for a ban on wildlife trade and consumption.
Yet there is no conclusive evidence about the positive impact of banning all wildlife trade in preventing future emergence of zoonotic diseases. History illustrates that such indiscriminate
bans are seldom effective, as they fail to consider the centrality of wildlife in human livelihoods, the complexity of the trade, and the political, economic and social contexts in which they are implemented. In effect, such bans would have negative consequences on many Indigenous Peoples and Local Communities (IPLC) in various regions of the world, whose livelihoods rely on ‘bushmeat’.
In general, the problems with bans on wildlife trade are:

I. They generally don’t work, because the capacity and resources required for the kind of intensive enforcement that would be needed to make such a massive cultural change happen are not available. If demand persists, and all indications are that it will, the trade will persist to some extent, with no monitoring or management.
II. It will criminalise basic livelihood strategies of IPLCs.
III.It is likely that enforcement efforts will fall most heavily on IPLCs, 15 because they are easy targets (i.e. they have no power), likely leading to human rights abuses, loss of assets (i.e. land) and potential incarceration."


In parole povere, EAZA oltre a sostenere che non ci siano prove tangibili che un divieto totale possa prevenire eventuali future zoonosi (malattie trasmesse dagli animali all'uomo), fanno notare come un divieto totale del commercio di fauna esotica sia spesso poco efficiente e che soprattutto in termini di fauna selvatica andrebbe a ledere i popoli che ne traggono profitto.
Ricordiamo che EAZA lavora attivamente per preservare habitat e specie, quindi non hanno motivo di avanzare questi dubbi, se non per preservare la vita in natura degli animali.
Noi di Italian Gekko Association – IGA (APS), sosteniamo la stessa idea da anni, ricordando che ci si dovrebbe preoccupare in primis del benessere degli animali catturati e una limitazione dei numeri commerciabili.
Il divieto totale spesso ha effetti collaterali che non vengono valutati, in primis se ad un locale viene a mancare il sostentamento da parte della foresta, il rischio è che questa venga tagliata e bruciata per farci dei campi. Inoltre, è stato osservato come i raccoglitori siano attenti al non eccedere nel prelievo in natura, selezionando ogni anno zone diverse, in modo che le popolazioni naturali non scompaiano mai. Ovviamente è in primis un loro interesse, ma per noi che viviamo nel benessere totale è facile condannare una situazione che permette ad alcune famiglie di vivere e di sostentarsi.
Ovviamente, andrebbe sempre fatta estrema attenzione alle micro-popolazioni, non escludendo a priori la possibilità di vietare i divieti di commercio di determinate specie, magari inserendole in lista CITES I.


EAZA zoo ANIMALI ESOTICI


Letto 573 volte Ultima modifica il Mercoledì, 02 Febbraio 2022 16:45