Allarme per il rospo ululone appenninico: «Asfaltare Pratomagno? È già a rischio estinzione». Il parere degli esperti di IGA In evidenza

Un’altra specie del nostro Paese minacciata dall’intervento umano: l’ululone appenninico è già in sofferenza e adesso rischia di vedere uno dei suoi habitat – quello di Pratomagno, in Toscana – compromesso dall’asfaltatura di una strada panoramica 

Il finanziamento da 1,8 milioni di euro per l’asfaltatura della strada panoramica che attraversa il comune di Loro Ciuffenna (un borgo nella provincia di Arezzo) ha fatto molto discutere negli ultimi mesi: il tratto interessato si trova infatti nella località di Pratomagno, una zona importantissima dal punto di vista ambientale e faunistico. L’intervento potrebbe mettere ulteriormente in pericolo la fauna del luogo, tra cui il già fortemente minacciato rospo ululone, anfibio endemico della nostra Penisola.

 

«La strada costeggia il confine di due Zone speciali di conservazione (Zsc), di cui una è anche una Zps (Zona di protezione speciale)» ha spiegato ad Arezzo Notizie Gianluca Serra, biologo conservazionista che si è fatto portavoce della protesta contro tale intervento. Assieme a lui un folto gruppo di esperti (al momento sono circa trenta), tra geologi, sociologi e naturalisti, e diverse associazioni (tra cui Legambiente Toscana, WWF Arezzo e Italia Nostra Firenze). Il gruppo ha già inviato alla Regione Toscana una dettagliata relazione.

 

«Si tratta di un'assurdità: asfaltare 12 km che collegano il rifiugio Secchieta alla Croce del Pratomagno va contro i piani paesaggistici e di gestione delle aree naturalistiche sviluppati dalla stessa Regione. […] ci sono specie animali e habitat tutelati che rischiano seriamente di essere compromessi dal carico antropico che porterà la strada. Già in vetta ci sono torme di visitatori, con il nuovo asfalto la situazione diventerà fuori controllo. Più persone e poi auto, moto. Un ecosistema fragile non può sostenere un impatto turistico eccessivo, la qualità stessa dell'esperienza turistica si deteriora» sottolinea poi Serra.

 

Ad unirsi all’appello di Serra anche il comitato scientifico di Italian Gekko Association, un’associazione erpetologica da sempre vicina alla causa della salvaguardia della fauna del nostro paese: «Si tratta di un’azione che andrebbe ad avere un grosso impatto sulla biodiversità di un’area particolarmente interessante come quella di Pratomagno in cui vivono diverse specie, tra cui proprio l’ululone appenninico (Bombina variegata pachypus). Si tratta di un anfibio particolarmente a rischio, oltre che di un taxon endemico proprio dell’Italia centrale e meridionale. È un anfibio molto sensibile che si trova già in sofferenza, essendo tra quelle più impattate dalla presenza del fungo chitridio, capace di causare addirittura l’estinzione locale di molti anfibi» afferma Franco Andreone, PhD ed erpetologo, conservatore al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e membro del comitato tecnico scientifico di Italian Gekko Association.

 

«Il fatto di asfaltare delle strade poderali o interpoderali in una zona come questa è una delle classiche iniziative della nostra Italia che, in nome del turismo, mette in secondo piano la conservazione dell’ambiente, del paesaggio e, come in questo caso, anche della biodiversità.

Un turismo di questo tipo porta poi inevitabilmente a favorire il susseguirsi di interventi e azioni di disturbo sulla fauna locale e sugli ambienti» aggiunge Andreone.

 

«Zone a conservazione speciale come Pratomagno non dovrebbero essere “vittima” di asfaltature, tenendone in conto le dinamiche di tipo ecologico che andrebbero compromesse. Questa è la mia opinione, che è supportata da anni di osservazione di altre aree del nostro paese. Al turismo va preferita la salvaguardia di habitat naturali e il garantire la sopravvivenza di specie minacciate» conclude l’esperto.

 

A fargli eco anche Leonardo Vignoli, Professore associato in zoologia presso il Dipartimento di Scienze Università Roma Tre: «Portare molte persone in quota, vicino ai siti interessati, è negativo. Negli ultimi 10 anni l’Italia (al centro e al nord della penisola in particolare) ha già visto la perdita di più del 50% di siti come questo (basti pensare al Lazio e all’Emilia Romagna, in cui l’ululone si sta estinguendo)».

 

La realizzazione del progetto di asfaltatura potrebbe dunque compromettere irrimediabilmente il delicato equilibrio di Pratomagno: «Bisogna anche pensare al tipo di mezzi che potrebbero essere adoperati per i lavori: nel caso di mezzi pesanti i danni potrebbero essere anche maggiori. In secondo luogo, incentivare un turismo non ecosostenibile è un ulteriore disservizio alla natura» aggiunge Emanuele Scanarini, presidente di Italian Gekko Association.

 


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Letto 955 volte Ultima modifica il Mercoledì, 21 Giugno 2023 08:57