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Mercoledì, 27 Luglio 2022 16:05

RETTILI E ANFIBI: Il rilascio in natura non è libertà, è abbandono

Italian Gekko Association si occupa, tra le altre attività di promozione, ricerca e salvaguardia, anche del recupero di anfibi e rettili scappati o abbandonati volontariamente. Nel tempo ci siamo dovuti confrontare con una credenza comune senza alcun fondamento nella realtà, ovvero che il rilasciare in Italia uno di questi animali equivalga al ridargli la libertà. Si tratta invece di un vero e proprio abbandono, al pari di quello di un cane.

Lo afferma la legge stessa, in particolar modo dopo che l'unione europea con il regolamento (UE) 2016/429 ha definito in modo chiaro e univoco che sono animali da compagnia anche quelli esotici, compresi gli anfibi e i rettili.

Il divieto di abbandono degli animali da compagnia è sancito dalla Legge 14 agosto 1991, n.281 che, all’articolo 5 comma 1, stabilisce che chiunque abbandoni cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione è punito con una sanzione amministrativa.

Non solo, la legge vieta inoltre l'immissione in natura di qualsiasi animale non appartenga alla fauna autoctona, quindi alle specie che vivono esclusivamente nel nostro continente (Direttiva 92/43/CEE e art. 12 DPR 357/1997).

L'errore di base è credere che un animale, in quanto esotico, venga dalla giungla o dal deserto e che quindi prima di arrivare a casa nostra fosse libero. In realtà la maggior parte degli esemplari che vivono nelle nostre abitazioni come animali da compagnia sono nati in allevamento da diverse generazioni: proprio come un cane o un gatto, non hanno mai affrontato la vita in totale libertà senza le cure del proprio umano – dal cibo alle cure mediche.

Inoltre, anche se fossero arrivati realmente dalla giungla o dal deserto, dovremmo comunque fermarci a riflettere e pensare: "Ma un animale che vive in un determinato habitat, molto diverso da quello dell’Italia, come finirebbe se rilasciato qui in natura?". La risposta è una sola: morto, ed in poco tempo.

E no, non vale la frase (talaltro molto ingenua) "meglio morire libero, che morire in gabbia", perché lo stesso allora potrebbe dirsi di qualsiasi altro animale, compreso il vostro cane che vive e si relaziona con voi perché voi l'avete voluto accogliere in casa vostra.

Nel rilasciare un animale esotico in natura si rischia, oltre che di mandarlo verso una morte dolorosa, di contribuire al proliferare di malattie contro cui gli animali autoctoni non possono difendersi, con risultati catastrofici sugli equilibri e la biodiversità locale.

Chi sostiene che un animale, solo perché "esotico" debba rimanere libero spesso non consce la materia e non ha alcuna competenza né in termini di etologia, né di conservazione.

Un animale nato e cresciuto in allevamento o nelle nostre case, è completamente a suo agio in questo ambiente e non ne soffre. Al contrario, se rilasciato, e senza il vostro supporto, morirebbe in breve tempo, forse investito da un'auto o, più spesso, di stenti.

Quando decidete di prendere con voi un animale, non fatelo a cuor leggero: informatevi sempre su quanto vive, quanto cresce, cosa mangia, di quanto spazio necessita, se ha bisogno di un alloggio esterno, di quali cure veterinarie potrebbe necessitare, ecc.

 

Gli animali nelle nostre case dipendono completamente da noi, sono una responsabilità a tempo pieno. Quindi, se veramente li amiamo e li rispettiamo, anche nel momento in cui per scelta o per necessità non foste più in grado di tenerli, dovete assicurarvi che vadano a stare in una nuova casa con qualcuno che li accudisca nello stesso modo in cui l'avete fatto voi.

Letto 565 volte Ultima modifica il Venerdì, 05 Agosto 2022 09:22