Oggi la produzione e l’esportazione dell’olio di palma e della gomma rappresentano una non trascurabile percentuale dell’economia del paese, il quale è diventato il primo produttore mondiale di olio di palma e il secondo esportatore di gomma. Come conseguenza dell’espansione di questi due tipi di coltivazioni, il tasso di perdita di superficie di foresta in favore di monoculture è da alcuni anni ormai più alto di quello del Brasile, in particolare sull'isola di Sumatra, nell'Ovest del paese, dove il 10% della superficie dell’isola, dunque un’area pari a quella dell’intera pianura padana, è dedicata esclusivamente a piantagioni di palme da olio. Stime dell’estensione delle piantagioni di gomma a livello dell’intera isola non sono ad oggi disponibili, ma la provincia di Jambi, nel centro di Sumatra, dove lo studio qui presentato è stato condotto, è coperta al 18% da piantagioni di gomma. Data la rilevanza di questi due tipi di utilizzo del terreno, questi non possono essere ignorati dagli studi sulla biodiversità locale. Le comunità di specie che abitano foreste di qualsiasi tipo che vengono convertite ad aree ad uso agricolo vanno invariabilmente incontro a modificazioni di ricchezza (numero di specie diverse), abbondanza (numero di esemplari di ciascuna specie), e composizione (identità delle specie). Il disboscamento e la creazione di monoculture diminuiscono l’eterogeneità dell’habitat, e di conseguenza offrono una minore varietà di nicchie ecologiche utilizzabili. Struttura più semplice della vegetazione, canopia più bassa, minor copertura fogliare del terreno, temperatura più alta e minore umidità sono alcuni dei cambiamenti che influiscono sulle comunità animali a seguito della conversioni di foreste a piantagioni. Gli anfibi e, ancor di più, i rettili sono i vertebrati meno studiati in quanto a risposta delle specie allo sviluppo agricolo. L’ultimo censimento dell'erpetofauna dell’isola di Sumatra includeva 93 specie di anfibi e 226 di rettili, ma sicuramente questi dati sono lontani dell’essere completi, per via della scarsità di studi erpetologici in alcune delle provincie dell’isola, tra cui quella di Jambi.
Il primo scopo dello studio qui illustrato era di descrivere abbondanza, ricchezza e composizione delle comunità di anfibi e rettili nei tre tipi di utilizzo del terreno più comuni nella provincia di Jambi, sull'isola indonesiana di Sumatra, ovvero foreste tropicali umide di bassa altitudine, piantagioni di palme da olio e piantagioni di alberi della gomma. Il secondo obiettivo era la determinazione delle caratteristiche ambientali maggiormente responsabili dei cambiamenti osservati.
Per fare ciò, sono state misurate temperatura dell’aria, umidità relativa, precipitazioni, densità del sottobosco, densità della lettiera, numero di possibili nascondigli, e percentuale di copertura della canopia. Le misurazioni sono avvenute nei 24 lotti di terra di 50mx50m stabiliti dal Collaborative Research Centre 990 (EFForTS, una collaborazione fra l’Università di Göttingen e l’Università di Jambi), che includono 8 lotti di foresta, 8 di palme da olio e 8 di alberi della gomma.
Ciascuno dei 3 gruppi di 8 lotti è diviso in 4 lotti ripariali, soggetti a periodiche inondazioni provenienti da corpi d’acqua adiacenti o artificiali adiacenti, e 4 lotti “secchi”, non soggetti ad inondazioni. La suddivisione in lotti ripariali e “secchi” garantisce una più rappresentativa semplificazione dell’ambiente dell’isola, e dunque una migliore validità della generalizzazione dei risultati.
Il campionamento è avvenuto tramite ricerche visive degli animali presenti nei lotti, ma allo stesso tempo la presenza di una specie veniva registrata anche quando il corrispettivo richiamo veniva udito. In aggiunta a ciò, 4 trappole a caduta sono state installate due volte in ciascun lotto.
Grazie alle 144 ore di campionamento e alle 192 trappole installate, sono stati identificati 880 anfibi appartenenti a 29 specie e 245 rettili appartenenti a 11 specie. Di queste, 15 specie di anfibi e 8 di rettili non erano mai state riportate prima nella provincia di Jambi. In maniera inaspettata, il 50% del totale degli animali incontrati è stato trovato nelle piantagioni di palme, mentre gli alberi della gomma ospitano il più alto numero di specie (28). In foresta, invece, sono stati trovati 327 animali appartenenti a 27 specie. Il geco cosmopolita Hemidactylus frenatus da solo costituisce il 73% dei rettili incontrati (Tavola 1).
Tavola 1: numero di individui incontrati in foresta in lotti di foresta, palme da olio e alberi da gomma. * denota che la specie non era stata riportata prima nella provincia di Jambi, mentre + indica il primo ritrovamento a Sumatra.
Le temperature nelle piantagioni di entrambi i tipi presi in considerazione sono più alte e più instabili rispetto alle foreste di cui hanno preso il posto. L’umidità, al contrario, è più bassa nelle piantagioni. Le piantagioni di palme hanno una percentuale del terreno non coperta da lettiera molto più alta rispetto alle piantagioni di gomma e alle foreste, ma in compenso possiedono lunghe fila di fronde di palme tagliate ed accatastate. Il sottobosco è leggermente più denso nella foresta, dove sono presenti anche più possibili nascondigli nel terreno o sugli alberi.
Per quanto riguarda gli anfibi, abbiamo mostrato che la conversione di foreste ripariali a piantagioni tende ad essere associata ad una diminuzione dell’abbondanza di specie, ma non di ricchezza. Le specie di anfibi più comuni sono marcatamente più abbondanti nelle piantagioni che in foresta, mentre le specie più rare tendono ad essere più rappresentate in foresta.
I rettili sono molto più abbondanti nelle piantagioni di palme da olio che in foresta o nelle piantagioni di gomma. Nuovamente, è Hemidactylus frenatus a dominare in numero, il quale al contrario non è mai stato riportato in foresta in questo studio. Tranne che nelle foreste ripariali, anche le specie più rare di rettili erano più abbondanti tra le palme.
Per quanto riguarda la composizione delle comunità di specie, gli insiemi di specie di anfibi nelle foreste “secche” e ripariali erano più simili tra di loro di quanto non lo fossero con quegli delle piantagioni, mentre le comunità delle piantagioni sono molto simili tra loro.
Per i rettili, le comunità nelle piantagioni di palme da olio sono diverse da quelle originali, mentre le piantagioni di alberi da gomma in habitat ripariale mantengono un insieme di specie simile alle foreste (Fig.1).
Fig. 1: NMDSs (Non-Metric Multidimensional Scaling) che illustrano la composizione dellle comunità di anfibi (a sinistra) e di rettili (a destra) nei 6 habitat visitati. Ogni ellisse corrisponde alla comunità di un habitat. Maggiore la distanza fra due ellissi, maggiore la differenza nella composizione di una comunità, mentre ellissi sovrapposte indicano insiemi di specie fortemente somiglianti. È evidente come l’insieme di specie di anfibi in foresta sia molto diverso da quelli nelle piantagioni, molto simili tra loro. Meno evidente ma comunque presente è anche la differenza tra le comunità di rettili.
Le foreste ripariali sono abitate da molti più anfibi rari che gli altri habitat, e gli alti numeri di animali nelle piantagioni sono dovuti a specie di anfibi più comuni. Le piantagioni di palme da olio sono l’habitat più popolato di anfibi tra i 3 tipi di habitat più diffusi sull'isola di Sumatra, ma l’insieme di specie lì presente è composta da poche specie comuni, come Fejervarya limnocharis e Amnirana nicobariensis, le quali tollerano un ampio range di habitat e condizioni ambientali. Le piantagioni di alberi da gomma, invece, sono il meno popolato, sebbene abbiamo il numero di specie più alto.
Questa alta diversità di specie potrebbe essere dovuta ad una struttura della vegetazione eterogenea ma stabile che offre una ampia varietà di nicchie che rimangono imperturbate nel tempo, contrariamente a quanto invece accade nella coltivazione di palme, le cui fronde vengono frequentemente sfoltite e i frutti raccolti. Le specie che necessitano di lettiera potrebbero avere più habitat a disposizione tra gli alberi della gomma, in quanto la quasi totalità del terreno tra le palme è libero da foglie, salvo nelle zone di stoccaggio delle fronde secche. L’alto numero di specie nelle piantagioni di gomma non si traduce in alto numero di animali, suggerendo che per garantire la conservazione delle specie presenti servirebbero grandi distese di piantagioni. I lotti di foresta “secchi”, allo stesso modo, non sono abitati da grandi numeri di anfibi, i quali potrebbero essere presenti in basso numero a causa della lontananza dall'acqua. Le piccole differenze in ricchezza ed abbondanza di anfibi tra foresta e piantagioni osservate in questo studio, inoltre, potrebbero essere il risultato del fatto che le foreste da noi visitate non sono realmente immuni da disturbi antropogenici, essendo anche loro state in misura variabile oggetto di disboscamento selettivo. Campionamenti in aree completamente indisturbate e durante la stagione umida potrebbero portare ad evidenziare differenze maggiori tra aree agricole e foreste.
I rettili sono molto più abbondanti nelle piantagioni di palme da olio che negli altri habitat. Ciò è principalmente a causa di Hemidactylus frenatus, ma anche rettili più rari sono presenti in piantagioni di palme. La frequenza relativamente alta con cui, nelle ultime fasi del campionamento, venivano incontrate specie che non avevamo registrato in precedenza suggerisce che il campionamento dei rettili non sia stato perfettamente ultimato, ed è quindi probabile che continuando a campionare gli stessi lotti per un periodo di tempo aggiuntivo, specie qui non riportate possano essere incontrate. Nonostante ciò, le stime della ricchezza di specie totale nei 6 habitat estrapolate dai nostri dati indicano che le eventuali differenze di ricchezza non sarebbero ad ogni modo significative. La possibile incompletezza del campionamento dei rettili è probabilmente dovuta alla rarità di vocalizzazioni da parte di questi animali, che fornisce uno strumento in meno per individuare gli animali, a differenza degli anfibi. H. frenatus è la principale eccezione, e gran parte degli esemplari registrati sono stati individuati grazie alle vocalizzazioni.
Fig 2: Alcune delle specie incontrate durante i campionamenti nei 6 habitat. (a) Rhacophorus appendiculatus, (b) Hemidactylus frenatus, (c) Amnirana nicobariensis e (d) Fejervaryia limnocharis sono le 4 specie più comuni. Le specie a non essere a Rischio Minimo secondo la IUCN Red List o non incluse affatto nella Red List sono (e) Limnonectes blythii, (f) L. macrodon, (g) L. malesianus e (h) L. paramacrodon.
La scarsità di serpenti nelle piantagioni è probabilmente da attribuire all'effettiva rarità di questi animali in aree agricole, data l’alta frequenza di incontri con serpenti, in particolare Naja sumatrana, in aree adiacenti alle piantagioni e dunque non facenti parte dello studio, quali strade e villaggi. Il campionamento di rettili è comunque probabilmente stato più completo nelle piantagioni di palme, in quanto la canopia è strutturalmente più semplice e bassa, e dunque più semplice da osservare rispetto a quelle di alberi da gomma e della foresta. Gekko smithii, l’altro unico caso di rettile registrato anche grazie alle vocalizzazioni emesse, è stato trovato nella canopia delle foreste, ma le vocalizzazioni non provenivano mai da un’altezza superiore agli 8 metri circa. Si presume quindi l’assenza di questa e di altre specie vocali ad altezze superiori.
Le nostre osservazioni sulle caratteristiche ambientali con un’influenza sulle comunità dell’erpetofauna sono sulla stessa linea di studi precedenti, che dicono che la densità del sottobosco è correlata ad una maggiore ricchezza di anfibi, probabilmente a causa della maggiore disponibilità di nicchie e protezione da disidratazione che la presenza di bassa vegetazione offre. Per quanto riguarda i rettili, nessuno dei parametri ambientali da noi considerati risulta avere effetti misurabili, ma oltre che per effettive mancanze di correlazioni tra parametri ambientali e comunità, ciò potrebbe anche essere dovuto ad un numero troppo basso di rettili incontrati per fornire statistiche affidabili.
Nonostante livelli di ricchezza di specie simili tra foreste e le piantagioni che le hanno rimpiazzate, il risultato chiave dello studio è che gli insiemi di specie sono dissimili tra habitat sia per gli anfibi che per i rettili. Questo risultato è in linea con ricerche precedenti che riportano gli effetti negativi della modificazione di foreste primarie sulla fauna locale. Le specie da noi riportate nelle piantagioni, sebbene numerose e spesso abbondanti, sono specie che vengono spesso incontrate in aree antropizzate, come Hemidactylus frenatus, il cui nome comune inglese è addirittura house gecko. Tutte e 4 le specie incontrate nelle foreste che non sono classificate dalla IUCN Red List come specie a Rischio Minimo Limnonectes blythii, L. macrodon, L. malesianus e L. paramacrodon, in aggiunta a circa metà degli animali appartenenti alle 10 specie che non sono state ancora valutate, sono state trovate esclusivamente in foresta. Il nostro lavoro conferma che le piantagioni ospitano complessi di specie che sono molto diversi da quelli originali.
Questo studio inoltre aggiunge 23 specie alla lista di specie registrate nella provincia di Jambi, di cui 4 non erano mai state incontrate altrove sull'intera isola di Sumatra. Questo alto numero di nuove specie registrate evidenzia l’inadeguatezza del campionamento dell'erpetofauna sull'isola, fatto ancora più evidente se si considera che il nostro campionamento della provincia non comprendeva regioni ad alto interesse erpetologico, come il Kerinci Seblat National Park, nell'Ovest della provincia. Questa carenza di informazioni necessita di essere colmata affinché successive ricerche sulla biodiversità non presentino errate stime dei bisogni conservazionistici, soprattutto in paesi come l’Indonesia in cui l’espansione delle attività agricole ha ridotto e sta continuando a ridurre la superficie occupata delle foreste.
L'intensificazione agricola, con ogni probabilità, continuerà negli anni a venire sull'isola di Sumatra e nel resto dell’Indonesia, spinta dalla domanda di prodotti dal resto del mondo e dai bisogni economici della quarta più numerosa popolazione mondiale. I risultati di questo studio sono importanti in una prospettiva di conservazione poiché evidenziano gli effetti della conversione di foreste in monoculture, focalizzandosi su taxa che vengono spesso ignorati da studi di questo genere. Nonostante la capacità di monoculture di palme da olio e di alberi della gomma di ospitare alti numeri di specie e di animali, questi non sono generalmente di interesse conservazionistico, mentre le specie delle foreste precedentemente presenti nelle aree trasformate in piantagioni vengono spesso perse. Tentativi di implementare tecniche di coltivazione che permettano un compromesso tra rendimento economico e protezione dell'erpetofauna dovrebbero concentrarsi su aree site a poca distanza da corpi d’acqua.
Per ulteriori informazioni:
Amphibian and reptile communities of upland and riparian sites across Indonesian oil palm, rubber and forest. Global Ecology and Conservation 16 e00492 - Paoletti A., Darras K., Jayanto H., Grass I., Kusrini M. and Tscharntke T., 2018.