Zoonosi, tra realtà e disinformazione In evidenza

Durante il 2020, a causa della pandemia causata dal Sars CoV2, è balzata agli occhi di tutti la pericolosità delle zoonosi (ovvero delle malattie che possono passare da un animale all'uomo e viceversa).

Per medici umani e veterinari questa non è una novità, difatti si stima che circa il 75% delle malattie infettive emergenti siano zoonotiche, principalmente di origine virale e probabilmente trasmesse da vettori; ma per la maggior parte delle persone questa può sembrare una pericolosa novità o perfino una complessa macchinazione ordita dall'uomo.
Purtroppo ci troviamo a dover provare a far chiarezza su un tema molto delicato, perché come spesso accade la realtà può venire distorta e strumentalizzata ad arte per rincorrere dei fini personali.

Premesso che dal report del 2018 pubblicato ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) si deduce che le principali zoonosi in Europa sono di origine alimentare e che quindi il ruolo degli animali esotici o da compagnia risulta marginale, andiamo ad analizzare i fatti.

 

Il fatto

Appena qualche settimana fa un "appassionato" di rettili apprende che due suoi serpenti recentemente acquistati sono affetti da un particolare patogeno chiamato Cryptosporidium.  Preoccupato che la malattia potesse essere contagiosa per i suoi familiari, oltre che per i suoi animali, decide di contattare alcuni esponenti della LAV (Lega Anti Vivisezione) la quale, cogliendo al volo la possibilità di gettare del fango sul mondo della terrariofilia, ha pubblicato un articolo approssimativo e allarmistico su quanto accaduto. Non si capiscono appieno le ragioni del gesto del proprietario degli animali, ma vale la pena specificare che se avesse invece contattato un veterinario esperto in animali non convenzionali, avrebbe presto appreso che la preoccupazione per i suoi familiari era assolutamente fuori luogo e che una quarantena adeguata (fondamentale per qualsiasi nuovo animale introdotto in un ambiente con altri individui) avrebbe ovviato a qualsiasi rischio di infezione anche per i suoi animali.

Infatti, con poche eccezioni, la maggior parte delle specie e dei genotipi di Cryptosporidium sono specie-specifici, avendo uno spettro ristretto di ospiti naturali. I casi riscontrati nell'uomo sono legati a C. parvum (che colpisce il bestiame) e C. hominii, ben noti per causare problemi in altri mammiferi; i casi nell'uomo inoltre  riguardano soprattutto persone immunocompromesse o affette da HIV. Non sono conosciute ad oggi infestazioni legate a C. varanii o C. serpentis (i cripstosporidi che colpiscono i rettili) nell'uomo o in altri mammiferi.

Siamo consapevoli dei numerosi punti critici legati all'allevamento ed alla detenzione di animali esotici, e siamo in prima linea per combattere il commercio di animali di cattura, la distruzione degli habitat naturali e la detenzione non informata che rechi danno agli animali. Si noti che problemi sanitari derivanti dall'allevamento di rettili non sono superiori a quelli potenzialmente causati da cani, gatti, uccelli o piccoli mammiferi, ed i rettili hanno lo stesso diritto di essere detenuti, amati e curati come loro. Sarebbe ora di smetterla di considerarli "animali di serie B" e riconoscere loro la dignità ed il rispetto che meritano, esattamente come vengono riconosciuti a canarini, pappagalli, topi, cani o gatti.

 

Per approfondimenti e bibliografia scarica Zoonosi e Cryptosporidium

 


 

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Letto 4003 volte Ultima modifica il Venerdì, 25 Dicembre 2020 13:20