Lemon Frost, una sindrome non un morph In evidenza

L'allevamento di gechi leopardini di morph Lemon Frost ha causato numerosi dibattiti nel corso degli ultimi anni, e agli iniziali sospetti si sono recentemente aggiunte delle certezze grazie alla pubblicazione di un esaustivo articolo scientifico redatto da un'università ungherese.

Questo articolo ha letteralmente "bruciato sul tempo" lo studio tutto italiano che stavo conducendo con la collaborazione di un laboratorio di analisi ligure.
Dato che l'articolo (pubblicato nel 2020) è veramente molto completo e ben fatto, lo userò per integrare il breve riassunto che vi andrò a fare; potrete trovare il riferimento dell'articolo completo alla fine dell'articolo.

Lemon Frost


Inquadriamo il caso


Nell'allevamento di rettili si intende per morph un animale che grazie alla selezione genetica e morfologica differisce per la sua livrea da quella comunemente presente in natura.
Nei rettili, la colorazione della pelle dipende dalla presenza di cromatofori, cellule che contengono granuli di pigmento.
Nella pelle dei gechi leopardini troviamo:

  • Melanofori: cellule contenenti melanosomi, pieni di melanina (colore marrone scuro);
  • Xantofori ed eritrofori: contengono strutture vescicolari con carotenoidi o pteridine, che danno il colore giallo e rosso;
  • Iridofori: cellule contenenti cristalli di guanina, adenina e ipoxantina, che riflettono la luce.

Il Lemon Frost è un morph di geco leopardino (Eublepharis macularius) legato ad un gene dominante incompleto che determina un aumento del colore di base bianco in tutto il corpo, facendo risaltare i colori della livrea in maniera più brillante; il colore bianco si estende al ventre e agli occhi dell'animale.
Questa caratteristica fenotipicamente molto interessante per gli allevatori, ha determinato una selezione costante ed esponenziale sin dall'anno della sua comparsa (2015).

Con il procedere della selezione, si è notato che in alcuni soggetti oltre alle modifiche nella colorazione, dovute ad un aumento degli iridofori, si riscontravano alterazioni fisiche come una riduzione della lunghezza del cranio ed un aumento di dimensioni degli occhi.
Negli ultimi anni alcuni animali con gene Lemon Frost hanno iniziato a sviluppare già in giovane età masse cutanee multiple, di dimensioni variabili, senza apparente predilezione di sesso o età.
Gli animali inclusi nello studio ungherese (così come gli animali inclusi nel nostro) erano tutti animali di proprietà, e tutti gli esami eseguiti sono stati raccolti durante la normale attività ambulatoriale; i campioni bioptici ottenuti, e gli esami collaterali hanno permesso di effettuare alcune considerazioni:

  • Le lesioni cutanee a livello istopatologico contenevano cellule simili ad iridofori non riscontrate nei margini e nella cute sana. La microscopia ottica ha permesso di confermare che fossero iridofori, sulla base del loro contenuto;
  • La forma degli iridofori e la natura infiltrativa del tumore ha indicato un carattere maligno del tumore;
  • Non sono stati riscontrati, nonostante le masse, segni di dolore, infiammazione o disagio nei pazienti portati in studio;
  • La diagnostica per immagini non ha evidenziato metastasi viscerali.

L'asportazione chirurgica, se eseguita con buoni margini, si mostra risolutiva nei confronti della singola massa a livello locale e di solito non da recidive, ma non previene la comparsa in altre aree del corpo.

CONCLUSIONI A CURA DELL'AUTORE


In base a quanto detto finora, credo risultino lampanti alcune considerazioni etiche e logiche.
Sarebbe ingenuo pensare che la presenza di tumori a carico degli iridofori in animali nei quali è stato selezionato, per motivi estetici, un aumento dell'espressione di questi cromatofori sia un caso.
La messa in commercio di animali appartententi a questo morph "esenti da tumori" rappresenta un azzardo ai limiti della legalità a mio avviso, perché se è vero che animali molto giovani possano sviluppare lesioni di dimensioni notevoli, il semplice fatto di non avere tumori in giovane età non implica che non ne possano sviluppare nell'arco della loro vita.
Anche nei soggetti più colpiti non si riscontrano dolore o segni di infiammazione, come detto, ma la dimensione e la posizione delle masse può diventare in breve tempo invalidante per il corretto svolgimento della vita dell'animale, e può portare alla decisione di procedere con l'eutanasia.
Dal punto di vista etico mi chiedo come molti se, per la sola soddisfazione estetica o economica, valga la pena riprodurre animali con ampia probabilità di sviluppare questo tipo di lesioni. Io credo di no.

Come promesso vi lascio i riferimenti dell'ottimo articolo di cui vi ho parlato:
Szydłowski, P., Madej, J.P., Duda, M. et al. Iridophoroma associated with the Lemon Frost colour morph of the leopard gecko (Eublepharis macularius). Sci Rep 10, 5734 (2020)

Altro articolo che tratta il morph Lemon Frost:
Genetics of white color and iridophoroma in “Lemon Frost” leopard geckos - Guo et. al 2020


Autore:
Dott. Gabriele Carsana
http://www.vetbardolino.it/

 

 

lemon frost gechi leopardini leopardgecko tumori morph Eublepharis macularius


Letto 3350 volte Ultima modifica il Sabato, 29 Maggio 2021 10:26