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Mercoledì, 13 Agosto 2008 11:47

Scheda allevamento - Aeluroscalabotes felinus - Günther 1864

Tassonomia e nomenclatura

Famiglia:

  • Eublepharidae

Genere:

  • Aeluroscalabotes

Specie:

  • Aeluroscalabotes felinus

Sottospecie:

  • Aeluroscalabotes felinus felinus - GÜNTHER 1864
  • Aeluroscalabotes felinus multituberculatus - KOPSTEIN 1927

Sinonimi:

  • Pentadactylus felinus - GÜNTHER 1864
  • Pentadactylus borneensis - GÜNTHER 1864
  • Aelurosaurus felinus - BOULENGER 1885
  • Aelurosaurus dorsalis - BOULENGER 1885
  • Pentadactylus dorsalis - PETERS 1871
  • Aeluroscalabotes felinus - BOULENGER 1887
  • Aeluroscalabotes dorsalis - BOULENGER 1887
  • Aeluroscalabotes felinus - DE ROOIJ 1915
  • Aeluroscalabotes dorsalis - DE ROOIJ 1915
  • Aeluroscalabotes longicaudatus - ANDERSSON 1923
  • Aeluroscalabotes felinus - TAYLOR 1963
  • Aeluroscalabotes felinus - RÖSLER 1995
  • Aeluroscalabotes felinus - MANTHEY & GROSSMANN 1997
  • Aeluroscalabotes felinus - COX 1998
  • Aeluroscalabotes felinus - SUFER ed altri 2005


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A. f. mulituberculatus (Kopstein 1927) non è riconosciuta da tutti gli erpetologi come sottospecie a parte (è meglio classificabile come locality delle Isole di Sula), questo perché le differenze morfologiche con A. felinus felinus sono minime, mentre è possibile che negli anni a venire gli A. felinus provenienti dal Sabah siano classificati specie o sottospecie a parte, viste le loro differenze morfologiche con gli altri appartenenti alla stessa specie, tra cui spiccano la lunghezza del corpo e del cranio. Inoltre i gechi gatto provenienti dal Sabah sono distinguibili da quelli provenienti da altre regioni per una marcata linea bianca, più o meno segmentata, che corre lungo tutta la spina dorsale.

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Distribuzione

Indonesia (Borneo e Isola Sanana), Malesia peninsulare, Perak, Selangor, Singapore, Sula, Sud Thailandia, Patani, Sarawak e Vietnam (Seufer 2005). Nel 1935 Roux segnalò la presenza di A. felinus in Sumatra, ma da allora non fu più riconfermata.

Descrizione e abitudini di vita

Aeluroscalabotes felinus è un geco di medie dimensioni, raggiunge circa i 20cm coda compresa.
La colorazione di questi gechi, in base alla località di provenienza, comprende varie gradazioni di marrone arrivando in alcuni casi ad un rosso mattone chiaro fino al giallo ocra, con possibili macchie bianche, verdi, rosse o gialle sulla schiena e/o sulla coda; la metà inferiore dalla testa è bianca, come il ventre che sfuma nella parte laterale in screziature rosa, arancio, marroni, rosse, verdi e bianche.
La testa è allungata e triangolare, gli occhi sono dotati di palpebre mobili, la pupilla è nera e verticale, l’iride è di varie sfumature di marrone più o meno scuro, ma può anche essere grigio (in questo caso il geco viene definito Silver eye).
Il corpo cilindrico è longilineo e allungato, la pelle è liscia, formata da piccole squame, che si allargano solo intorno alla bocca e sulla punta del muso, soprattutto tra le narici.
Gli arti sono esili, lunghi e ben staccati dal corpo, le dita sottili sono dotate di lamelle subdigitali, oltre a delle unghie ben sviluppate.
La coda è lunga, prensile e anche in caso di rigenerazione può mantenere una semiprensilià, anche se esteticamente molto diversa dall’originale, spesso più corta, tozza e di un unico colore simile a quello del corpo.


Il geco gatto ha abitudini di vita esclusivamente notturne ed è una specie arboricola, che abita le zone fresche delle foreste, soprattutto vicino a corsi d’acqua.

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Allevamento

A. felinus vive nella bassa vegetazione, per questo sarà indispensabile un terrario alto almeno 40-45cm. Le misure per una coppia o un trio (1 maschio e 2 femmine) sono 40x60x45(h)cm, ma si possono anche tenere in terrari con meno superficie orizzontale e abbondare in verticale, ad esempio 40x40x60/70(h)cm. Per allevare questi gechi sono ottimi i terrari in vetro, vasche in plastica con coperchio (come quelle che si trovano nei negozi per il bricolage) idoneamente forate per il ricircolo d’aria e terrari in rete come quelli per camaleonti, sconsigliabili terrari in legno perché con l’alta umidità che richiede questa specie si rovinerebbero velocemente e sarebbero più a rischio di muffe.
Per quanto il geco gatto sia un animale di indole abbastanza mansueta è meglio evitare l’allevamento di più maschi nello stesso terrario, perché sicuramente combatterebbero per il territorio riportando ferite che in alcuni casi possono essere letali, inoltre il maschio più debole anche se non ucciso in combattimento potrebbe smettere di mangiare, fino a lasciarsi morire, per lo stress causato dalla continua presenza del maschio dominante.
Nel terrario è importante mettere un sottovaso pieno d’acqua sempre pulita, servirà per abbeverare i gechi ma anche per permettergli di immergersi in caso ne sentano il bisogno, infatti i gechi gatto sono tra i pochi gechi che amano stare a bagno. Meglio evitare abbeveratoi troppo profondi perché il geco deve sempre riuscire ad uscirne, altrimenti ne si rischia l’annegamento.
A discrezione dell’allevatore è possibile inserire una seconda vaschetta nel terrario, questa verrà usata per contenere gli insetti che verranno mangiati dai gechi.

Sono possibili due metodi d’allestimento del terrario:

Terrario naturalistico

In questo tipo di terrario verrà utilizzato un substrato di circa 3m composto da torba sterile o torba sterile mista sabbia (circa 70% torba 30% sabbia) il tutto ricoperto da un sottile strato di corteccia. Sul substrato è possibile adagiare anche muschio e foglie secche(si può sostituire la corteccia di pino con un velo di foglie secche o di muschio).
Non dovranno mancare rami e piante vere, come Scindapsus aureus (ex Pothos aureus), Sansevieria e altre piante non tossiche comunemente acquistabili nelle serre o nei negozi di fiori. Possono essere usate anche piante finte per abbellire il terrario.
In caso di utilizzo di piante vere è utile e avolte indispensabile, l’utilizzo di neon fitostimolanti.
Fornire diversi ripari agli A. felinus è molto importante, primo perché soprattutto i primi tempi nel nuovo terrario saranno parecchio schivi e correranno ai ripari come avranno una presenza davanti, in secondo luogo di giorno riposeranno nascosti da occhi indiscreti. Grosse cortecce sono ottimi nascondigli, anche se questi gechi amano riposare e nascondersi sotto grosse foglie, vere o finte.
Una tana umida è fondamentale per la muta e per le eventuali deposizioni delle femmine, che tendenzialmente scelgono il posto dove il substrato è più bagnato.

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Terrario asettico

Il terrario asettico è molto semplice da realizzare, ma con questa specie richiede parecchie attenzioni, visto che necessitano di un tasso d’umidità abbastanza elevato. Proprio per questo motivo, molti allevatori, utilizzano questo tipo di allestimento solo in caso di malattia del geco ospitato evitando così proliferazioni batteriche più frequenti in terrari naturalistici e rendendo il tutto più agevole alla pulizia. Il substrato sarà composto da carta assorbente. Come arredamento si dovranno inserire alcuni rami veri o finti e qualche pianta finta. Utilizzare almeno una pianta vera anche nel terrario asettico è utile per mantenere un buon tasso d’umidità dell’aria.
Come ripari si possono usare cortecce di sughero o tane in plastica o vetroresina fatte apposta per rettili e che si possono trovare nei negozi specializzati.
In fine non dovrà mai mancare una vaschetta di plastica(tipo quelle per alimenti colorate con coperchio trasparente) a cui verrà fatto un foro d’accesso sul coperchio, piena di torba inumidita, servirà come tana umida, indispensabile per la deposizione e per la muta.

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In qualunque modo si decida d’allestire il terrario è importante, per la salute del geco, sterilizzare il substrato e l’arredamento prima d’utilizzarlo, soprattutto in terrari biotopo.

Per quanto il geco gatto sia originario di zone calde è un animale che non tollera temperature troppo elevate, infatti per evitare problemi a questi animali si consiglia di non superare i 26°-27°C anche in estate. Personalmente ho potuto notare che soprattutto gli esemplari nati in cattività fino a 31°-32°C non hanno avuto problemi, però a queste temperature è obbligatorio che ci sia un punto del terrario sempre molto umido, per evitare la disidratazione degli animali.
In conclusione soprattutto se non si ha già un buon fardello d’esperienza con i gechi, tanto da accorgersi subito di possibili problemi, consiglio vivamente di fare in modo che la stanza e soprattutto il terrario non superino mai i 29°C in estate, con almeno 3°-4°C di abbassamento notturno.
Dall’inizio della primavera alla fine dell’estate gli Aeluroscalabotes necessitano di un tasso d’umidità abbastanza elevato, in torno all’80%. Nebulizzare acqua 2-3 volte al giorno servirà a mantenere un buon tasso d’umidità soprattutto nei terrari asettici o dove comunque non si useranno piante vere. Lavorando con animali che necessitano di così tanta umidità il terrario dovrà avere un ottimo ricircolo d’aria per evitare formazioni batteriche o di muffe, che possono causare problemi tipo funghi e micosi, quindi prima di nebulizzare il terrario sarà sempre meglio controllare che non ci siano ristagni d’acqua.
In inverno questi gechi necessitano di almeno 3 mesi di bruma, soprattutto se si ha intenzione di riprodurli.
La bruma consiste in un abbassamento delle ore di luce, da 10-12 a 8-10 e della temperatura, che da 29°-30°C diurni arriverà gradualmente fino a 21°-22°C e 18°-19°C notturni. Con l’abbassamento della temperatura si dovrà abbassare gradualmente l’umidità, portandola circa al 60%, solitamente una nebulizzazione giornaliera dovrebbe garantire il giusto tasso d’umidità.
Con le temperature che solitamente si hanno all’interno della propria casa difficilmente i gechi gatto necessiteranno di riscaldamento, anzi in estate sarà più facile che si debba “raffreddarli”, ad esempio sistemandoli in una cantina o tenendoli in una stanza climatizzata. Nel caso in cui si dovesse riscaldare il terrario, cavetti e tappetini termici termostatati sono ottimi mezzi per mantenere la giusta temperatura. Meglio evitare qualsiasi tipo di lampade perché asciugano troppo velocemente l’aria.

Alimentazione

Aeluroscalabotes felinus è prettamente carnivoro con una predilezione per grilli e piccole blatte, ma non disdegna camole (Galleria mellonella) del miele e le falene che nascono da esse, mentre non apprezza molto tarme della farina (Tenebrio molitor) e caimani (Zophobas morio).
Mediamente un A. felinus adulto mangia 4-6 di grilli a settimana, quindi sconsiglio di riempire il terrario di insetti. Non è raro che questi animali accettino volentieri anche più di 4-6 prede alla settimana, ma l'eccesso di cibo può compromettere gravemente la salute del fegato, portandoli al decesso. L’integrazione alimentare in questa specie è minima e a differenza di altre non va lasciato nessun tipo di integratore nel terrario, ma una volta a settimana vanno spolverizzate le prede con calcio + vitamina D3, mentre una volta al mese si può sostituire l'integratore di calcio con un multivitaminico.
In questa specie oltre al cibo è importante considerare anche il tipo d'acqua da utilizzare per le nebulizzazioni del terrario e l'abbeveramento degli animali. L'acqua del rubinetto di casa è ricca di calcare, roccia sedimentaria ricca di calcite. La calcite è un minerale composto da carbonato di calcio neutro, ciò significa che abbeverare e nebulizzarei gechi con acqua di rubinetto è uguale a somministrare abbondanti quantità di calcio.
L'assunzione eccessiva di calcio tramite l'acqua porta Aeluroscalabotes felinus a gravi probemi renali, i primi sintomi riscontrabili sono feci e urati simili a "gessetti", quando si arriva a questi livelli è importante correggere subito la dieta dei gechi. L'unico modo per evitare che i gechi gatto abbiano problemi con l'eccessiva integrazione di calcio tramite l'acqua, è utilizzare l'acqua di osmosi. L'acqua di osmosi viene prodotta tramite un processo di osmosi inversa, in parole povere, l'acqua viene filtrata eliminando le particelle di sostanze indesiderate come appunto il calcare o il cloro. L'acqua di osmosi è facilmente reperibile in qualsiasi negozio di acquariologia e costa relativamente poco. 

Dimorfismo sessuale

Il dimorfismo sessuale nel Aeluroscalabotes è piuttosto evidente, infatti nei maschi è possibile notare alla base della coda, subito sotto alla cloaca, i bulbi degli emipeni, due rigonfiamenti allungati e leggermente sporgenti ai lati della coda, totalmente assenti nella femmina.
Ad un occhio un po’ esperto sarà facile notare il sesso degli esemplari adulti, anche senza doverli prendere in mano visto che nei maschi son ben visibili le sacche degli emipeni anche lateralmente e non solo, già guardandoli dall’alto si possono notare i rigonfiamenti che fanno sporgere di molto gli speroni cloacali, presenti anche nella femmina, ma più piccoli.
In questi gechi il dimorfismo sessuale si inizia a notare intorno ai 7-10 mesi di età in base anche alla crescita dell’esemplare.

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Riproduzione

La riproduzione di Aeluroscalabotes felinus non è particolarmente complessa se si rispettano i parametri d’allevamento sopra riportati.
Allevando gli esemplari in gruppo con l’arrivo del caldo i maschi inizieranno i rituali d’accoppiamento, infatti non è difficile osservare nelle ore della notte il maschio che si avvicina alla femmina movendo la coda in aria e inarcando leggermente il corpo verso l’alto. Appena il maschio sarà abbastanza vicino alla femmina inizierà a mordicchiarla sul corpo e/o sulla coda, fino ad arrivare alla nuca, dove bloccandola con la bocca inizierà il vero e propri accoppiamento.
Se si alleva gli esemplari in singoli terrari basterà unire le coppie una volta alzate le temperature e l’umidità.
Dopo l’accoppiamento può passare anche un mese prima che la femmina deponga. Durante la gestazione sollevando delicatamente la femmina sarà possibile notare le uova nel ventre.
Quando la femmina sarà in procinto di deporre inizierà a scavare nel luogo che avrà scelto per le sue uova(può farlo anche per un paio di giorni prima di partorire), quindi sarà facile capire dove si trovano e prelevarle per incubarle.
Le femmine depongono mediamente 2 volte l’anno partorendo 2 uova a deposizione. Può capitare che alcune femmine arrivino a 3 deposizioni l’anno.
Le uova che vengono sepolte nel substrato (o nell’eventuale vaschetta contenente torba inumidita) si presentano allungate e dal guscio pergamenaceo, lunghe circa 2-2,5cm.
Una volta prelevate le uova dal terrario andranno adagiante in una scatoletta contenente acqua mista a vermiculite in rapporto 1:1. Durante il periodo di incubazione sarà necessario controllare che la vermiculite non si asciughi. La scatoletta dovrà avere sul coperchio 5-6 buchi fatti con uno spillo per garantire un minimo di ricircolo d’aria.
Le uova andranno incubate a 23°-26°C, alcuni allevatori sostengono che sia necessaria un’escursione termica di 2°-3°C notturni per essere certi della schiusa, anche se ho potuto osservare baby nascere da uova incubate a temperature costanti. In alcuni casi è possibile incubare le uova a temperatura ambiente, a patto che le temperature non superino i 30°C altrimenti si rischia di compromettere l’embrione, ciò non vuol dire che il cucciolo non possa nascere, ma che anche dopo la schiusa possa avere problemi, tra cui deformazioni interne o esterne che non gli permettono di sopravvivere allungo.
Dopo circa 65-130 giorni le uova schiuderanno dando alla luce dei piccoli lunghi circa 4cm e molto simili agli adulti sia come livrea che come colorazione.

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Allevamento cuccioli

I cuccioli di Aeluroscalabotes felinus andranno allevati esattamente come gli adulti, ma con un occhio di riguardo per umidità e temperature, questo perché più gli esemplari sono piccoli e più rischiano la disidratazione, quindi mai temperature sopra i 27°C e un’umidità relativa attorno almeno al 70%. Inserire nel box dei cuccioli una scatola con torba umida sarà utile alla loro idratazione.
Il primo anno di vita sconsiglio di far brumare i piccoli, onde evitare problemi di crescita o di anoressia dati dal lungo digiuno durante il periodo freddo.

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Curiosità

In posizione di riposo Aeluroscalabotes felinus, si acciambella attorno alla coda che si arrotola su se stessa com’è abitudine di molti felini domestici e da ciò deriva il suo nome.

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Informazioni aggiuntive

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