Tassonomia e nomenclatura
Famiglia:
Eublepharidae
Genere:
Eublepharis
Specie:
Eublepharis macularius
Sottospecie:
Eublepharis macularius afghanicus - BÖRNER 1976
Eublepharis macularius macularius - BLYTH 1854
Sinonimi:
Cyrtodactylus macularius - BLYTH 1854
Eublepharis fasciolatus - GÜNTHER 1864
Eublepharis macularius - BOULENGER 1885
Eublepharis macularius - BOULENGER 1890
Eublepharis macularius - SMITH 1935
Eublepharis macularius - WERMUTH 1965
Cyrtodactylus madarensis - SHARMA 1980
Eublepharis gracilis - BÖRNER 1974
Eublepharis macularius - KLUGE 1993
Eublepharis cf. macularius - ANDERSON 1999
Eublepharis macularius - RÖSLER 2000
Eublepharis macularius - SEUFER et al. 2005
Il nome Eublepharis, deriva dal greco "eu" in zoologia "vero" e "blefaron" che significa "palpebra" quindi "vera palpebra", perché a differenza di tutti gli altri appartenenti all'infraordine Gekkota, gli Eublepharidae sono dotati di palpebra mobile. Mentre il nome della specie "macularius" è in riferimento alla livrea maculata di questi animali.
In letteratura sono comunemente indicate 5 sottospecie di Ebulepharis macularius, ma in realtà 3 di queste non sono riconosciute dalla comunità scientifica in modo unanime.
Le sottospecie in oggetto sono:
Eublepharis macularius fasciolatus - GÜNTHER 1864
Eublepharis macularius montanus - BÖRNER 1976
Eublepharis macularius smithi - BÖRNER 1981
A prescindere dal riconoscimento di queste sottospecie, le differenze fenotipiche tra loro le rendono comunque riconducibili a precise popolazioni di E. macularius, che possono essere indicate semplicemente con il nome della sottospecie.
L'unica sottospecie riconosciuta da tutta la comunità scientifica è Eublepharis macularius afghanicus che si distingue facilmente dalla sottospecie nominale per le dimensioni contenute (circa 17cm coda compresa) e per alcune squame, come le lamelle subdigitali.
Eublepharis macularius afghanicus
Eublepharis macularius "fasciolatus"
Eublepharis macularius macularius
Eublepharis macularius "montanus"
Il principale carattere fenotipico per la distinzione delle sottospecie/locality di E. macularius sono le squame subdigtali:
Eublepharis macularius |
Numero di lamelle sotto il 4° dito della mano |
Numero di lamelle sotto il 4° dito del piede |
afghanicus | 15-16 | 18-21 |
fasciolatus | 13-19 | 19-24 |
macularius | 12-16 | 17-20 |
montanus | 15-20 | 20-25 |
smithi | 12-13 | 18-20 |
Eublepharis fuscus era incluso nelle sottospecie di E. macularius, fu nel 1997 grazie al lavoro di Das che venne elevato al rango di specie.
Distribuzione
Eublepharis macularius popola le aree rocciose e aride del Pakistan, Est Afghanistan, Nord Ovest India ed Est Iran (CARRIÓN et al. 2003).
Habitat naturale di Eublepharis macularius
Descrizione e abitudini di vita
Eublepharis macularius è un geco terricolo di medie dimensioni, raggiunge i 25cm circa coda compresa.
La testa è ben distinta dal collo, gli occhi sono muniti di palpebra mobile e di pupilla verticale. Sui lati del cranio, in prossimità del collo sono presenti i fori auricolari.
Il tronco del corpo è cilindrico e allungato, gli arti son ben distinti dal corpo e muniti di 5 dita che presentano unghie ben sviluppate.
La coda è lunga e piuttosto larga, presenta diversi segmenti circolari che corrispondono ai punti di rottura della colonna vertebrale (strutture ossee necessarie per l'autotomia della coda).
La parte superiore del corpo è ricoperta da squame tubercolari, mentre la zona ventrale presenta squame embricate.
Squame dorsali e ventrali di Eublepharis macularius
La livrea di questi gechi presenta un colore di fondo che comprende diverse tonalità di giallo, marrone e grigio, il dorso può presentare 2-3 bande color lavanda o grige. La testa è tendenzialmente più chiara del resto del corpo, mentre ventre e coda sono di colore bianco. Tutto il dorso, fino ai lati del corpo, sotto la coda e spesso sotto la bocca è costellato da numerose macchie grige, nere o marroni, è proprio da questa maculatura che deriva il nome della specie "macularius".
I gechi leopardini popolano zone aride e rocciose, sono prettamente notturni e passano il giorno nascosti sotto rocce in rifugi freschi ed umidi, in questo modo evitano il caldo eccessivo che potrebbe mettere a repentaglio la loro vita.
Sono animali terricoli, ma non fossori, quindi spesso nelle ore di attività scalano pareti rocciose in cerca di insetti di cui nutrirsi.
Sono rettili notturni, escono dai rifugi al tramonto quando le temperature iniziano a calare e tornano a nascondersi all'alba quando il sole cocente diventerebbe letale.
Nonostante le spiccate abitudini notturne di questi animali nelle prime ore del giorno, quando non c'è ancora troppo caldo, questi gechi si posizionano al sole per riceverne l'irradiazione, utile alle funzioni metaboliche del loro organismo.
La media di vita di Eublepharis macularius è di circa 20 anni, in cattività il record è di 37 anni (Berghof 2019).
Allevamento
Gli Eublepharis macularius sono piuttosto territoriali e la convivenza con altri individui può essere problematica e impossibile tra maschi.
Molti allevatori scelgono di allevare singolarmente questi gechi per evitargli qualsiasi tipo di stress, ma con un po' di accortezza è possibile allevarli in piccoli gruppi composti da un solo maschio e due o tre femmine.
Allestito il terrario si unirà il gruppo di gechi (solo adulti) e si terrà monitorato il loro comportamento per alcun giorni.
Ci sono gruppi di gechi che trovano subito l'armonia tra loro, ma può capitare che appena uniti litighino per definire il territorio, ma sono lotte brevi che non si ripetono per più di uno o due giorni, in caso i litigi fossero frequenti bisognerà rimuovere l'individuo più debole.
Oltre alle lotte per il territorio bisognerà controllare che la competitività alimentare non sia troppo marcata, cioè che tutti gli individui del gruppo mangino in modo più o meno equo, altrimenti l'individuo più debole rischierebbe di non alimentarsi mai andando in contro al deperimento e ai problemi che ne conseguono, tra cui l'anoressia.
Il geco leopardino necessita di un terrario sviluppato principalmente in orizzontale, proprio perché le sue abitudini di arrampicatore sono limitate.
Per un solo esemplare le misure minime di un terrario sono 40x25x20cm circa, queste misure spesso sono quelle impiegate nei rack system dove i gechi vengono tenuti singolarmente, con i terrari naturalistici è possibile sfruttare anche l'altezza, magari con qualche ramo, roccia e uno sfondo naturalistico.
Siccome questi gechi non necessitano di un tasso d'umidità molto elevato, è possibile allevarli in qualsiasi tipo di terrario, quindi in plastica, vetro o legno e vetro.
Essendo gechi provenienti da zone calde, sarà importante un buon riscaldamento nel terrario, che può essere offerto tramite cavetto o piastra riscaldante termostatati, oppure con uno spot di adeguata potenza in base alla dimensione del terrario (più grande è il terrario e più lo spot dovrà essere potente).
Una volta apposto il riscaldamento, bisognerà verificare che il terrario abbia una zona calda a 31°-32°C ed una fredda a 25°-26°C circa, temperature omogenee troppo alte o troppo basse possono creare problemi. Nelle ore notturne è possibile spegnere ogni fonte di riscaldamento, a compromesso che la stanza in estate non scenda sotto i 23°-24°C.
Nel terrario di questi animali è molto importante la tana umida, agevolerà le fasi di muta e per le femmine sarà indispensabile per la deposizione delle uova. La tana umida è ricavabile con un semplice contenitore di plastica (come quelli per alimenti) con un foro di ingresso (possibilmente nella parte superiore, eviterà la fuoriuscita del substrato) e pieno per metà di torba umida.
Anche l'abbeveratoio sarà importante, basterà un piccolo sottovaso, mentre è opzionale la vaschetta per il cibo.
Per sopperire al fabbisogno d'umidità di questi animali, è possibile nebulizzare acqua nel terrario una volta ogni 3 giorni, questa operazione è importante soprattutto se gestiti in stanze molto secche.
Terrario naturalistico
Il terrario naturalistico è sicuramente la soluzione più coreografica per allevare i gechi leopardini, inoltre, ricreando un'imitazione del loro habitat anche la gestione sarà piuttosto semplice.
Il substrato idoneo nei terrari naturalistici sono principalmente 3: sabbia con sassi e ghiaia, sabbia mista a torba, oppure bentonite.
Si sconsiglia l'utilizzo di sola sabbia perché può essere ingerita dai gechi e creare pericolose costipazioni intestinali, la stessa cosa vale anche per la sabbia a base d'argilla, sicuramente coreografica ma con le stesse controindicazioni della sabbia normale. Assolutamente da evitare la sabbia a base di calcio, perché i gechi alla prima carenza di calcio la ingerirebbero in grosse quantità correndo il rischio di pericolose costipazioni intestinali.
Il substrato a base di torba e sabbia andrà mescolato con una percentuale maggiore di torba (circa 70% torba e 30% sabbia), il substrato così preparato sarà piuttosto umido, andrà quindi posizionato nel terrario e ben pressato con le mani.
La bentonite viene venduta secca, va idratata creando una sorta di malta e spalmata sul fondo del terrario, volendo si può mescolare a sabbia o torba per cambiarne il colore e l'aspetto.
Dopo il posizionamento basterà aspettare un paio di giorni perché il substrato si asciughi, creando un'ottima superficie per il geco.
L'alternativa è posizionare delle pietre piatte sulla base del terrario e riempire le fughe con ghiaia di pezzatura grande (quella da cortile, non quella da acquario) e sabbia, in questo modo il geco avrà un substrato molto simile a quello dei territori da cui proviene e allo stesso tempo sarà di difficile ingestione.
Come arredamento si possono usare pietre, cortecce di sughero e rami, è importante che tutti gli arredi pesanti, siano poggiati direttamente al fondo del terrario, in modo che gli animali non possano scavarci sotto e finire schiacciati.
Per rendere il tutto più coreografico e per offrire ai gechi una superficie verticale calpestabile è possibile mettere come sfondo del terrario una finta parete rocciosa, acquistata o fatta in casa.
Le piante non sono indispensabili per questi gechi, ma hanno un grande impatto estetico, quindi in caso di piantumazione è indispensabile utilizzare quelle più adatte al clima di questi animali come Aloe variegata, Crassulla sp., Gasteria distinta e Sempervivum sp. (sono comunque impiegabili molte altre piante grasse senza spine, per conoscerne altre idonee a questo tipo di terrario è possibile consultare l'articolo "Piante da terrario").
Terrario asettico
Molti allevatori che posseggono un grosso numero di gechi leopardini, hanno scelto di allevare questi animali in terrari semisterili, con arredamento minimale.
Questo tipo di arredo è ottimo anche con animali malati, da pulire frequentemente e che non devono entrare in contatto con substrati che possono agevolare la proliferazione batterica.
Il substrato sarà composto da carta assorbente, da evitare tutti quei materiali che non assorbono le deiezioni, compresi i tappetini d'erba sintetica. Inoltre, alcuni tipi di erba sintetica possono lesionare le zampe dei gechi.
Come arredi verranno posizionati: la tana umida, una tana asciutta, ciotola dell'acqua e ciotola del cibo.
Alimentazione
Eublepharis macularius è un geco principalmente insettivoro, capita che si nutra anche di piccoli mammiferi e altri rettili, tra cui i propri simili.
La dieta di questi gechi deve esser basata su grilli e/o blatte, da variare con tarme della farina (Tenebrio molitor), caimani (Zophobas morio) e sporadicamente camole del miele (Galleria mellonella).
I grilli possono essere alternati, la specie solitamente più appetibile è Acheta domestica, oltre a questi si possono utilizzare Gryllus assimilis, Gryllus bimaculatus e Gryllus sigillatus.
Mentre per le blatte le più indicate sono Blatta lateralis e Blaptica dubia.
Utilizzando questo tipo di alimentazione si alterneranno i pasti con gli insetti sopra indicati con il seguente metodo:
- Adulti, 2 pasti alla settimana: 3 insetti a pasto;
- Subadulti (5-6 mesi), 3 pasti a settimana: 4 insetti a pasto;
- Baby (0-3/4 mesi), 5 pasti alla settimana: 4-5 insetti a pasto.
Una volta al mese si possono usare le camole del miele (1 o 2), al posto di uno dei pasti alternativi ai grilli.
Le quantità di insetti vanno stabilite in base all'età e al sesso del geco, i cuccioli mangeranno più degli adulti perché il loro metabolismo è piuttosto veloce e richiede nutrienti per la crescita. Durante la crescita il numero di insetti calerà, mediamente si arrivano a somministrare ad un adulto, circa 6 insetti a settimana, qualcuno in più se si useranno principalmente tarme della farina.
Le femmine soprattutto in stagione riproduttiva, possono necessitare di qualche insetto in più per rimanere in forze, nonostante ciò, se l'alimentazione è ben strutturata fin dai primi mesi di vita, non dovrebbero esserci complicazioni.
Tra i vari alimenti che si consigliano per la dieta di E. macularius ci sono i neonati di topo, spesso consigliati per le femmine in riproduzione, in realtà l'alto valore di grassi di questi animali e la dimensione degli stessi, non li rende appropriati all'integrazione di una femmina che ha appena compiuto uno sforzo fisico come la deposizione.
In generale i piccoli di topo sono un alimento superfluo, che anche se non impiegato non comporta carenze di alcun tipo per i gechi.
Alcuni allevatori impiegano una dieta mono-insetto, utilizzando esclusivamente tarme della farina (Tenebrio molitor), questo tipo di alimentazione essendo incentrata su un solo insetto ricco di grassi ma con meno nutrienti, necessita di una forte integrazione vitaminica.
Molto spesso infatti, si somministra a quasi tutti i pasti una dose di multivitaminico assieme agli insetti, in questo modo gli animali sopperiscono alle loro esigenze grazie all'integratore e non tanto all'insetto. Oppure una volta alla settimana si mette nel terrario un piccolo recipiente (sottovaso o tappo di plastica) contenente un multivitaminico.
Il multivitaminico lasciato nel terrario è spesso mischiato ad un terzo di sabbia fine, questo serve per impedire che i gechi eccedano nel mangiare l'integratore.
Con la dieta a base di grilli o blatte, il multivitaminico viene somministrato un paio di volte al mese.
Mentre, a prescindere dal tipo di dieta fornita, è importante la somministrazione di Calcio e Calcio + Vitamina D3.
Il calcio è possibile lasciarlo direttamente in un tappo all'interno del terrario, solitamente si utilizza il carbonato di calcio o l'osso di seppia tritato fino a diventare polvere, ma esistono anche appositi integratori per rettili.
Le somministrazioni di Calcio + Vitamina D3 vanno eseguite con i pasti, quindi spolverizzando l'integratore sugli insetti 1 volta alla settimana. Non è possibile lasciare sempre a disposizione Calcio e Vitamina D3, perché la luce e le alte temperature portano la vitamina al deterioramento in breve tempo. Inoltre, se si usano lampade UVB l'integrazione di vitamina D3 è superflua (se in eccesso potrebbe diventare pericolosa), perché il metabolismo del geco la produrrà in modo autonomo.
Dimorfismo sessuale
A partire dal terzo mese di vita, il sesso di Eublepharis macularius è piuttosto palese, i maschi infatti sviluppano 2 sacche alla base della coda, definite "tasche degli emipeni", inoltre nella zona femorale subito sopra l'apertura cloacale, mostrano i pori femorali una sorta di "V" rovesciata, disegnata da due file di squame che si congiungono tra loro e che al centro hanno una piccola escrescenza.
Entrambe le caratteristiche sono assenti nelle femmine, ma capita che alcune mostrino un accenno di pori femorali.
Riproduzione
Eublepharis macularius è un geco particolarmente prolifico, che ben gestito non avrà problemi a superare diverse stagioni riproduttive.
I gechi leopardini raggiungono l'età riproduttiva intorno ai 6 mesi di vita, ma per iniziare in sicurezza gli accoppiamenti è bene che raggiungano almeno l'anno di vita e i 50-55gr. In questo modo sia i maschi che le femmine avranno completato al 100% la fase di crescita e potranno dedicare le loro energie alla riproduzione.
In alcuni casi i maschi vengono fatti accoppiare un po' prima del raggiungimento dell'età e del peso forma senza riscontrare grossi problemi, mentre con le femmine onde evitare distocia, malattia osseo metabolica e altre patologie collegate ad una riproudzione precoce è d'obbligo attendere i parametri indicati sopra.
Per procedere con l'accoppiamento dei gechi è necessario un periodo di bruma, che aumenterà la ricettività delle femmine e allungherà la vita riproduttiva degli animali.
La bruma consiste nell'abbassamento delle temperature nei mesi più freddi.
Il processo va eseguito gradualmente, in questo modo i gechi non avranno shock termici che possono essere molto pericolosi. In circa un mese a partire dai primi di Novembre, si porteranno le temperature diurne intorno ai 14°-15°C.
Oltre alla temperatura, andranno diminuite anche le ore di luce, che da 10-12 diventeranno circa 6-8.
Raggiunta la temperatura di 15°C, si terranno i gechi in queste condizioni per circa un mese, periodo nel quale gli animali non si nutriranno.
Alcuni allevatori portano la temperatura a 8°C. I gechi leopardini non risentono di una bruma così fredda, è importante però tenerli particolarmente monitorati, perché lo scaturire di un problema a questa temperatura potrebbe essere difficile da curare.
Accoppiamento Eublepharis macularius
L'alimentazione del geco va diminuita lentamente, con il calare delle temperature. Già una settimana prima del raggiungimento delle temperature minime, l'animale dovrebbe essere digiuno, in questo modo si eviterà il blocco della digestione e dell'evacuazione che può provocare uno stato di putrefazione interna, letale per gli animali.
Durante tutto il periodo della bruma i gechi non andranno nebulizzati in nessun caso per evitare eccessivi raffreddamenti, basterà lasciare un piccolo contenitore con acqua per farli abbeverare e la tana umida in caso dovessero mutare.
Dopo un mese a 15°C, andranno gradualmente aumentate le temperature e le ore di luce, tornando ai parametri ottimali di 32°C nel punto caldo e 26°C nella zona fredda, con 10-12 ore di luce diurne.
Oltre al ripristino dei normali parametri ambientali, gli animali dovranno tornare a mangiare con regolarità e nelle giuste quantità.
Al ritorno delle temperature ottimali le femmine inizieranno ad ovulare, l'ovulazione è visibile controllando il ventre della femmina che mostrerà due piccole macchie bianche di forma sferica.
Le femmine che non hanno ovulato difficilmente accetteranno le attenzioni dei maschi.
Gli individui allevati singolarmente andranno uniti alle femmine, mentre le coppie o i gruppi allevati assieme inizieranno i rituali d'accoppiamento in completa autonomia.
Il rituale di accoppiamento viene iniziato dal maschio, che avvicinandosi alla femmina fa tamburellare la coda al suolo mentre si lecca la punta del muso, se la femmina è ricettiva lascia avvicinare il maschio alzando la coda permettendo a lui di posizionarsi lateralmente a lei e avrà inizio il vero e proprio accoppiamento tra i due animali.
Ad accoppiamento avvenuto la femmina inizierà a produrre le prime due uova, dall'accoppiamento alla prima deposizione passano mediamente dalle 2 alle 4 settimane, mentre tra le deposizioni successive il tempo si riduce a 2-3 settimane, una femmina adulta e in forma può deporre fino a 10-11 coppie di uova per stagione.
Grazie alla capacità delle femmine di ritenere lo sperma, con un solo accoppiamento possono produrre anche 4-5 deposizioni dopodiché per poter produrre altre uova dovrà accoppiarsi nuovamente.
Le femmine giovani alla prima riproduzione possono fare covate singole e/o sterili.
Le femmine anziane spesso depongono poche coppie di uova e in alcuni casi sterili, fino al cessare completamente di ovulare.
Ventre di femmina gravida di Eublepharis macularius, da notare ai lati del corpo le due uova ben visibili.
Quando una femmina è in procinto di deporre cessa di alimentarsi e inizia a scavare nella tana umida, può scavare anche per 3-4 giorni consecutivi, dopo aver deposto le uova la femmina le copre in modo accurato e abbandona la tana.
Dopo la deposizione la femmina deve avere a disposizione acqua da bere per reidratarsi e il giorno successivo la si alimenterà.
Alcune femmine tra una deposizione e l'altra tendono a digiunare diversi giorni, è quindi importante tenerle ben nutrite e integrate, ma senza eccedere con la quantità di cibo, soprattutto subito dopo la deposizione.
Le uova andranno rimosse dalla tana umida e poste in un contenitore di plastica pieno per metà di perlite o vermiculite umida, in rapporto di peso acqua/substrato di 1:1. Sul substrato di incubazione verranno poggiate le uova leggermente infossate e non ricoperte.
Non è indispensabile che il contenitore delle uova abbia fori d'areazione, in questo modo l'umidità nella scatoletta rimarrà piuttosto costante per tutta la durata dell'incubazione.
Le uova di leopardino sono facilmente incubabili anche in sospensione, quindi in apposite vaschette divise in 2 parti, quella sottostante contenente acqua o substrato umido e quella sopra che fa da coperchio, a metà è disposta una rete su cui vengono poggiate le uova.
In entrambi i metodi di incubazione è importante controllare che l'umidità non cali eccessivamente, nel primo si può pesare la scatoletta prima di incubarla, ogni 20 giorni la si peserà nuovamente e se il peso sarà inferiore al precedente si aggiungerà acqua fino ad arrivare al peso iniziale. Nel metodo in sospensione basterà controllare che l'acqua sul fondo non si asciughi mai.
Una volta messe le uova in incubatrice si potrà scegliere il gradiente termico d'incubazione in base al sesso che si vorrebbe schiudere.
Incubando le uova a 31°C il 90% dei nascituri sarà di sesso maschile, incubando invece a 28°C si avrà la percentuale opposta (90% femmine), mentre per avere metà maschi e metà femmine si dovrà incubare a 29°C dove statisticamente il 50% delle schiuse sarà di sesso maschile e l'altro 50% di sesso femminile.
Il sesso dei nascituri si forma durante i primi 30-35 giorni di incubazione, mentre la pigmentazione verso fine incubazione. Incubare a basse temperature spesso produce animali con colorazioni scure, quindi alcuni allevatori per avere esemplari di sesso femminile con colori accesi incubano le uova a 28°C per il primo mese, poi in un paio di giorni portano la temperatura a 31°C, accorciando il periodo di incubazione ed accentuando i colori dei nascituri.
Le uova incubate a 32°C possono in alcuni casi produrre quelle chiamate "femmine calde", cioè animali di sesso femminile che in alcuni casi presentano un accenno di pori femorali e che in tutti i casi si comportano in modo aggressivo con i maschi, lo stesso atteggiamento che si può osservare tra due maschi messi nello stesso terrario. Nonostante questa territorialità e aggressività verso i maschi, le femmine "calde" non presentano alcun tipo di interesse verso gli altri esemplari dello stesso sesso.
Inoltre quasi tutte le femmine "calde" non ovulano per tutta la vita, motivo per il quale non arriveranno mai ad accettare un maschio e riprodursi.
Il limite massimo di incubazione è 33°C sopra questo gradiente termico gli embrioni muoiono.
La durata dell'incubazione varia in base alle temperature:
- 26°C circa 75 giorni;
- 28°-29°C circa 55 giorni;
- 31°-32°C circa 35 giorni.
Allevamento cuccioli
Al momento della schiusa i cuccioli di geco leopardino misurano circa 6cm e a differenza degli adulti presentano una livrea a bande che si presenta sia sul dorso che sula coda, a livello dorsale le bande possono essere marroni o nere, sulla coda nere.
La parte superiore della testa è quasi interamente del colore delle bande dorsali, ma all'altezza della bocca presenta una linea bianca che parte dalle narici e si allarga e unisce sulla nuca.
I cuccioli andranno alloggiati in piccoli contenitori come fauna-box e possibilmente allevati singolarmente per monitorare al meglio quali iniziano subito ad alimentarsi e quali hanno dei problemi, inoltre, l'allevamento singolo elimina qualsiasi competitività alimentare che nei cuccioli può creare grossi problemi.
Il terrario dei piccoli andrà arredato con carta assorbente come substrato, una tana umida e una tana secca, più un tappino per bere e uno con il calcio (opzionale il tappino per il cibo).
Nella prima settimana di vita i cuccioli vanno tenuti con il substrato umido (non fradicio) perché dovranno eseguire la prima muta. Nei primi 4-5 giorni dalla nascita difficilmente si nutriranno perché staranno ancora digerendo il contenuto dell'uovo (sacco vitellino).
Passato questo periodo i piccoli si alleveranno esattamente come gli adulti, a parte per ciò che riguarda il nutrimento (vedere capitolo "Alimentazione").
Curiosità
Eublepharis macularius è attualmente uno dei gechi più allevati al mondo, ormai riprodotto in cattività dagli anni '80.
L'allevamento massiccio di quseti animali ha portato a produrre numerosi "morph", selezioni di colorazioni o livree di vario genere o in alcuni casi di caratteri genetici come può essere l'albinismo.
Interessante sapere che molte colorazioni sono state selezionate partendo da esemplari wild con disegno aberrante, come molti morph genetici sono stati scoperti accoppiando casualmente animali di cattura.
Nel selezionare colorazioni e mutazioni, si è scoperto che purtroppo esistono 2 morph che portano con se delle tare genetiche:
1- Enigma: Problemi neurologici più o meno gravi;
2- Lemon Frost: Soprattutto la forma omozigote è a rischio di tumori cutanei.
Alcuni esempi di morph di geco leopardino selezionate o scoperte negli anni.
ALBINO - Esistono 3 tipi di albinismo, tutti e 3 recessivi e non compatibili tra loro (Foto 1: Albino Bell, Foto 2: Albino Rainwater e Foto 3: Albino Tremper).
Per ulteriori informazioni sull'albinismo nei gechi leopardini consultare l'articolo "Eublepharis macularius: Attività della tirosinasi nella pelle dei tre ceppi di albinismo"
BOLD STRIPE - Selezione di gechi con disegno dorsale longitudinale, il termine BOLD deriva dall'inglese e significa "grassetto", infatti a differenza dei normali Stripe questi gechi presentano un disegno largo e molto marcato.
MACK SNOW - Il Mack Snow è un morph Co-Dominante, ciò significa che anche nella forma eterozigote manifesta alcuni caratteri fenotipici, mentre nella forma omozigote detta volgarmente "super" mostra l'aspetto completo del morph.
Il Mack Snow si combina a molti altri morph come Stripe, Bold, ecc... presentando un colore di fondo giallo tenue o molto vicino al bianco, mentre il Super Snow è un geco completamente bianco (da qui la parola Snow/Neve) con numerosi spot I Super Mack Snow, presentano un colore di fondo bianco, con spot neri sparsi su tutto il corpo e gli occhi completamente neri (Foto 1: Mack Snow Stripe e Foto 2: Super Mack Snow).
SUPERHYPO TANGERINE - Forse una delle selezioni più incredibili e colorate di sempre, infatti gli animali che presentano questa colorazione sono completamente privi di spot sul dorso e presentano un colore arancio più o meno carico su tutto il corpo.
Alcuni di questi gechi non presentano spot nemmeno sulla testa e spesso vengono definiti "Baldy" anche se ormai è un termine che si è quasi perso diventando sinonimo di Superhypo.
Inoltre alcuni esemplari presentano il colore arancio in modo più o meno esteso anche sulla coda e viene definito "Carrot Tail". Interessante vedere come sulla coda dove si manifesta il tangerine non si manifestano gli spot neri.
I Superhypo Tangerine sono stati incrociati con le varie linee di albino, producendo degli Superhypo Tangerine Albino, normalmente chiamati Sunglow (Foto 1: Superhypo Tangerine Eletric (il nome Eletric non è altro che il nome della selezione dato da Kelli di Hiss, Foto 2: Sunglow Tornado (anche in questo caso il nome Tornado non è altro che il nome della selezione di Superhypo tangerin dato da The Urban Geckos).
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