Tassonomia e nomenclatura
Famiglia:
Diplodactylidae
Genere:
Correlophus
Specie:
Correlophus ciliatus
Sinonimi:
Correlophus ciliatus - Guichenot 1866
Rhacodactylus ciliatus - Boulenger 1883
Rhacodactylus ciliatus - Boulenger 1885
Rhacodactylus ciliatus - Roux 1913
Rhacodactylus ciliatus - Wermuth 1965
Rhacodactylus ciliatus - Kluge 1993
Rhacodactylus ciliatus - Rösler 2000
Correlophus ciliatus - Bauer, Whitaker, Sadlier & Jackman 2012
Rhacodactylus ciliatus - Bauer 2013 (plates)
Il genere Correlophus è stato classificato per la prima volta nel 1866 da Guichenot e C. ciliatus è la specie tipo, cioè l'animale che ha dato origine al genere stesso.
Correlophus include 3 specie: C. belepensis (Bauer et al. 2012), C. ciliatus (Guichenot 1866) e C. sarasinorum (Roux 1913).
Correlophus ciliatus è una specie resuscitata, infatti, nel 1993 Bauer e Sadlier dichiararono che probabilmente questo geco fosse estinto, ma a metà degli anni '90 (Storelli 1994; Seipp & Klemmer 1994; Kullmann 1995) fu dichiarata la presenza di questa specie sull'Isola dei Pini (Île des Pins).
Distribuzione
Correlophus ciliatus è endemico delle foreste del Sud della Nuova Caledonia, un arcipelago situato al largo della costa Est dell'Australia.
Descrizione e abitudini di vita
Correlophus ciliatus è un geco dall'aspetto inconfondibile, grazie a due file di squame cilindriche allungate che partono da dietro le orbite e terminano alla fine del dorso, in alcuni esemplari fino all'attaccatura della coda. Proprio da queste file di squame deriva il nome della specie "ciliatus" e anche il nome comune "crested gecko" o "geco crestato".
Questa specie raggiunge una lunghezza complessiva di circa 25-27cm. La coda lunga, cilindrica e con la punta dotata di lamelle adesive (setae), costituisce l'40-50% della lunghezza totale. Inoltre, quest'ultima ha 2 caratteristiche particolari: è prensile e, come in molte altre specie, è in grado di essere distaccata dal corpo per fuggire dai predatori (autotomia), anche se a differenza della quasi totalità dei gechi, una volta autotomata non è in grado di ricrescere.
La testa è larga e allungata, con narici evidenti sulla punta del muso e occhi piuttosto grandi posti lateralmente; non sono presenti palpebre mobili ma una lente sovraoculare atta a proteggerli.
Le squame su tutto il corpo sono granulari e di dimensioni omogenee; la pelle presenta delle piccole grinze sulla parte ventrale dei fianchi.
Gli arti sono ben staccati dal corpo e robusti: quelli posteriori, nella parte caudale, presentano delle piccole creste. Le dita sono munite di unghie e lamelle espanse e unite su tutta la superficie subdigitale.
La colorazione di questi gechi è molto variabile, sul dorso può presentare toni di oliva, giallo, rosso, marrone e grigio. La livrea può essere composta da semplici tigrature di un toni più chiari o più scuri rispetto al resto del corpo, come può essere composta da bande o chiazze più o meno sviluppate e di una colorazione completamente differente dal resto del corpo, in alcuni casi non è presente nessuna livrea.
Il ventre è ricoperto da squame granulari con una colorazione che varia dal beige al colore di fondo del resto del corpo, in alcuni casi può presentare chiazze irregolari del colore della livrea.
La colorazione dei gechi crestati può variare molto in base alle temperature ambientali e/o alle fasi di attività, infatti, in terrariofilia vengono utilizzati 2 termini per definire le fasi di colore:
- Fired Up: quando il geco è attivo, spesso di notte con temperature adatte all'attività del geco e in cui i colori sono più sgargianti;
- Fired Donw: quando il geco dorme, quindi di giorno o quando le temperature non permettono la massima attività metabolica.
Correlophus ciliatus è un geco arboricolo e notturno, popola le foreste della Nuova Caledonia, dai cespugli più bassi fino ai 4-5 metri dal suolo. La sua dieta è prevalentemente composta da insetti e piccoli vertebrati, ma si nutre anche di frutta.
Allevamento
Come molti altri gechi, Correlophus ciliatus è un animale piuttosto territoriale, quindi non è possibile allevare più maschi nello stesso terrario poiché si rischiano zuffe con conseguenze più o meno gravi. Invece, con un terrario di buona dimensioni, si può provare a tenere assieme un maschio e due o tre femmine; anche in questo caso però bisogna tenere ben monitorata la convivenza per essere certi che gli animali non si azzuffino e trovino velocemente un equilibrio.
Per allevare un singolo C. ciliatus o una coppia, le dimensioni minime per un terrario sono: 40x40x60cm possibilmente sviluppato in altezza.
Il terrario può essere di qualsiasi materiale a patto che resista bene all'umidità. Nel caso in cui si preferisse il legno sarebbe opportuno utilizzare un buon laminato e siliconare le fughe tra un'asse e l'altra;
In un terrario dove l'umidità relativa dovrà essere piuttosto elevata, saranno necessarie delle buone prese d'aria disposte sui lati opposti del terrario, una in alto e una in basso; in questo modo si otterrà un ottimo ricircolo d'aria.
L'allestimento del terrario non richiede obbligatoriamente l'uso di ciotole per l'acqua, poiché questi gechi tendono ad abbeverarsi leccando le gocce che si accumulano sulle foglie delle piante o sui lati del terrario durante le nebulizzazioni.
La Nuova Caledonia è caratterizzata da un clima temperato, ciò significa che in inverno le temperature minime in foresta raramente scendono sotto ai 10°C e in estate si mantengono attorno ai 28°-29°C.
Quindi, alle temperature di casa, C. ciliatus è in grado di vivere senza ulteriori fonti di calore. Solo in inverno, se le temperature scenderanno sotto i 15°C per lunghi periodi, sarà necessaria una fonte di calore termostatata come un tappetino o un cavetto riscaldante della giusta potenza.
Al contrario, le temperature troppo elevate possono costituire un problema per la salute di questi gechi; sopra ai 30°C iniziano ad essere particolarmente agitati e a volte aggressivi; temperature superiori per periodi prolungati possono condurre ad uno stato di sofferenza. Sopra i 33°C esiste il rischio di morte, soprattutto se il terrario non viene tenuto ben umido e areato, in modo da riuscire a dare momenti di refrigerio all'animale.
In definitiva, le temperature ideali estive si aggirano in un range tra i 25° e i 30°C.
Un fattore ambientale molto importante nella gestione del geco crestato è l'umidità, infatti, l'umidità relativa dovrà essere circa dell'80%, con picchi giornalieri che si possono ottenere tramite nebulizzazioni d'acqua nel terrario.
L'umidità varierà in base alla stagione: in primavera ed estate andrà tenuta abbastanza elevata e nel periodo più caldo un paio di nebulizzazioni giornaliere aiuteranno il geco a mantenere una buona temperatura corporea e un'ottima idratazione; in inverno, con l'abbassarsi delle temperature, si ridurranno anche le nebulizzazioni ad una ogni due giorni. Nel periodo più freddo è opportuno non bagnare gli animali e nebulizzare l'ambiente una volta alla settimana; in questo periodo si potrà aggiungere una ciotola d'acqua da cui gli animali potranno abbeverarsi.
L'umidità ambientale è importante sia per tenere idratato l'animale, che per permettergli di eseguire la muta senza complicazioni. La muta o cambio della pelle, è un processo comune a tutti i rettili; nei gechi crestati si può notare perché, prima del distacco della pelle morta (exuvia), i colori di tutto il corpo diventano opachi e quando la vecchia epidermide inizierà a sollevarsi, il geco se la toglierà di dosso con la bocca e la mangerà. Si pensa che la muta venga mangiata per coprire le proprie tracce a potenziali predatori, dato che a livello nutrizionale non apporta alcun beneficio.
Il processo di muta si innesca con periodicità casuale, più spesso nei giovani in fase di crescita e nel passaggio dalla stagione calda a quella fredda, o viceversa.
Non sempre sarà possibile vedere il geco mutare, questo perché spesso la muta avviene durante la notte.
Terrario naturalistico
Per allevare Correlophus ciliatus la soluzione migliore è un terrario naturalistico o che si avvicini il più possibile ad esso. In primis perché il substrato naturale, come la torba o la fibra di cocco, è ottimo per mantenere un buon tasso di umidità ambientale.
Un buon substrato per un terrario naturalistico dovrà essere realizzato mettendo alla base alcuni centimetri di argilla espansa, coperta poi con una rete a maglie piccole o con un velo di tessuto non tessuto. Una volta preparato il fondo drenante si potranno aggiungere circa 5cm di substrato composto da torba e/o fibra di cocco. In fine, anche per effetto scenico, si potranno aggiungere foglie secche e/o trinciato di cocco.
Questo tipo di substrato è ottimo per mantenere l'umidità e l'argilla espansa sul fondo aiuterà a drenare l'acqua nebulizzata in superficie.
Per mantenere pulito substrato da insetti morti, muffe e feci si possono aggiungere invertebrati detritivori come isopodi (ad esempio Trichorhina tomentosa) e/o collemboli tropicali (Collembola).
Al'interno del terrario naturalistico sarà opportuno inserire qualche pianta sia per abbellirlo che per offrire ripari agli animali. Sono numerose le piante adatte al terrario dei gechi crestati tipo Pothos aureus, Philodendron scandens, Ficus robusta e tutte quelle che si adattano ad ambienti umidi (per approfondimenti vedere l'articolo Piante da terrario).
Un altro elemento importante in un buon terrario per C. ciliatus sono i rami; questi gechi si spostano parecchio da un ramo all'altro anche saltando. Inoltre, si dovranno mettere alcune cortecce o tubi di sughero utili come ripari.
Terrario asettico
Questo tipo di terrario è particolarmente idoneo alle quarantene di nuovi animali o all'allevamento dei piccoli nelle prime settimane dopo la nascita; questo perché l'arredamento minimale permetterà di monitorare costantemente gli animali. Di contro si avrà un'umidità poco stabile a causa del substrato di solito composto da carta assorbente.
Il terrario asettico andrà quindi allestito con carta assorbente come substrato, da sostituire frequentemente, qualche tubo di spunga (quella per l'isolamento idraulico) e un paio di rami (anche finti). Si possono aggiungere piante finte per dare un aspetto più accattivante.
In questo set-up è obbligatoria la tana umida creata ad esempio con una scatola per alimenti con coperchio forato (che fungerà da accesso) e contenente torba o fibra di cocco sempre umidi. Questa servirà per aiutare gli animali a effettuare una muta corretta e offrirà alle femmine gravide un rifugio in cui deporre.
Un buon compromesso tra naturalistico e asettico è un terrario semi-naturalistico, composto da arredamento naturale ma minimale: substrato di torba o fibra di cocco da tenere sempre umido (volendo si possono inserire invertebrati detritivori), qualche ramo e qualche corteccia come riparo. In questo modo si avranno sempre buoni parametri ambientali, ma si potrà tener monitorati gli animali senza grandi difficoltà. Inoltre, anche trovare le uova in pochi centimetri di substrato non sarà complicato come in un vero e proprio naturalistico.
Qualsiasi sia il metodi d'allevamento scelto, un sistema automatico di nebulizzazione può essere una buona soluzione per tenere umidi gli animali, soprattutto nel periodo estivo.
Come illuminazione del terrario si può scegliere di usare una striscia al LED e/o una compatta UVB al 5%. Gli UVB non sono obbligatori per questa specie, ma sicuramente giovano alla salute degli animali.
In caso di alloggiamento in una stanza ben illuminata e di un terrario in materiale trasparente è possibile non aggiungere fonti luminose. Tuttavia, in un terrario con piante vive diventa abbastanza indispensabile.
Alimentazione
Correlophus ciliatus è prevalentemente carnivoro; in natura si nutre prevalentemente di insetti e piccoli vertebrati (tra cui altri gechi), ma integra la dieta con frutta e polline. Pe questo motivo anche in cattività la dieta dovrà comprendere sia insetti che frutta.
Gli insetti più adatti come base della dieta dei gechi crestati sono i grilli (Acheta domestica, Gryllus assimilis, ecc...) e le blatte (Principalmente Shelfordella lateralis e Blaptica dubia), che andranno somministrati della giusta taglia in base all'età dell'animale. Come di norma, le prende non dovrebbero essere più lunghe della testa e più larghe dello spazio tra gli occhi del geco.
Almeno un pasto a settimana sarà invece costituito da frutta che può essere somministrata sotto forma di omogeneizzato per bambini, puree, frullati, ecc...
La dieta di Correlophus ciliatus deve però essere correttamente integrata; offrire solo insetti e frutta potrebbe portare a problematiche metaboliche o nutrizionali.
Il primo elemento che dev'essere somministrato con regolarità è il calcio puro, da spolverizzare sulle prede e da lasciare a disposizione dei gechi in un piccolo contenitore. Mentre, almeno una volta alla settimana, andrà somministrato calcio + Vitamina D3; questa vitamina è indispensabile per far sì che il geco assimili il calcio, soprattutto in assenza di radiazioni UVB, che consentono all'animale la produzione autonoma della vitamina. Il modo più sicuro per somministrare calcio e vitamina D3 è aggiungerlo direttamente alle pappette a base di frutta.
In commercio, negli ultimi 15 anni, sono stati presentati diversi prodotti per l'integrazione della dieta dei Correlophus ciliatus; alimenti che oltreoceano vengono usati come unica dieta. In realtà, una dieta basata su un solo alimento sul lungo periodo potrebbe non giovare alla salute del geco; inoltre, le quantità devono essere molto ridotte onde evitare obesità e appesantimento del fegato (con rischio di steatosi epatica).
Quindi il miglior metodo per nutrire questi gechi è la somministrazione regolare di insetti integrata con pasti a base di frutta e prodotti appositi.
Come preparati da aggiungere alla frutta i migliori sono: Repashy Crested Gecko Diet - Classic, tutta la gamma Pangea diet, Habistat Crested gecko Diet (con o senza insetti) e tutta la gamma Leapin' Leachies Geckos Diet.
Questi prodotti andranno ad integrare la frutta; il rapporto medio è: 1 cucchiaino da caffè di prodotto per 100gr di frutta.
Alcuni allevatori non utilizzano preparati commerciali per integrare la dieta dei propri gechi, ci sono diverse soluzioni che si possono applicare, ma in questa scheda non verrà indicata una dieta casalinga, principalmente perché l'integrazione alimentare varia in base all'età del geco e quindi anche le quantità e le tipologie di prodotti da aggiungere alla frutta.
Quindi soprattutto per i neofiti, è meglio impiegare preparati appositi, che sporadicamente si potranno variare con qualche pappetta di propria produzione magari a base di frutta fresca, spirulina (un'alga marina), polline, miele, pappa reale, una piccola quantità di omogeneizzato al pollo senza sale, ecc...
Tabella indicativa pasti |
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Giorno 1 |
Giorno 2 |
Giorno 3 |
Giorno 4 |
Giorno 5 |
Giorno 6 |
Giorno 7 |
Giorno 8 |
Giorno 9 |
Giorno 10 |
Da 0 a 4 mesi |
Insetti | Digiuno | Frutta | Digiuno | Insetti | Digiuno | Frutta | Digiuno | Insetti | Digiuno |
Da 4 a 18 mesi |
Digiuno | Frutta | Digiuno | Insetti | Digiuno | Frutta | Digiuno | Insetti | Digiuno | Digiuno |
Dopo i 18 mesi |
Insetti | Digiuno | Digiuno | Frutta | Digiuno | Digiuno | Digiuno | Insetti | Digiuno | Digiuno |
NB: Mediamente un pasto ad insetti è composto da 3-4 grilli o blatte della taglia adeguata al geco.
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Dimorfismo sessuale
Correlophus ciliatus manifesta in modo evidente i caratteri sessuali a partire dagli 8 mesi circa, periodo nel quale i maschi sviluppano gli emipeni, quindi si potrà notare un rigonfiamento globoso alla base della coda, assente nelle femmine.
Un altro carattere identificativo tra maschi e femmine sono i pori pre-cloacali/femorali, presenti solo nei maschi e disposti in 2 o 3 file, in un numero complessivo variabile dalle 40 alle 60 squame. I pori sono posti al centro delle squame ventrali che si trovano nella zona sopracloacale e che si possono estendere fino a metà coscia.
Alcuni allevatori, con un occhio molto allenato e con una buona lente di ingrandimento, sostengono di poter identificare i pori femorali dei maschi anche a 3-4 mesi di età, ma l'affidabilità di questi sessaggi non è sicura al 100%.
Riproduzione
Correlophus ciliatus per potersi riprodurre senza rischi deve raggiungere almeno l'anno e mezzo di età e un peso di almeno 35 grammi. Può succedere che alcuni esemplari raggiungano precocemente la maturità sessuale, ma riprodurre animali troppo piccoli (sia di età che di taglia) può causare problemi, in particolare alle femmine che devono produrre le uova.
I gechi crestati sono particolarmente prolifici, infatti, se non rispettati i giusti cicli stagionali o separati i due riproduttori al termine della stagione, potrebbero arrivare a riprodursi tutto l'anno, con gravi conseguenze sulla salute delle femmine. Una femmina di C. ciliatus che non effettua un riposo riproduttivo può iniziare a manifestare i primi sintomi di malessere già al secondo anno di riproduzione (distocia e/o malattia osseo-metabolica, ecc...).
Quindi per la salute dei propri animali è necessario un periodo di bruma, cioè una fase dell'anno che emuli l'inverno e che produca un rallentamento metabolico.
Il metodo migliore per mandare in bruma gli animali è seguire il ciclo stagionale, quindi verso metà novembre si inizieranno ad abbassare le temperature, in 2-3 settimane si arriverà ad avere una temperatura diurna tra i 18° e i 20°C, mentre la notturna tra i 15° e i 16°C. La stagione fredda, comporta anche una diminuzione dell'umidità relativa e quindi delle nebulizzazioni ambientali, che andranno ridotte a 2 alla settimana e senza bagnare gli animali. Spruzzare l'acqua direttamente sui gechi durante l'inverno abbasserà eccessivamente la loro temperatura corporea causandogli problemi di salute.
A questo range di temperature i maschi smettono di corteggiare le femmine e queste di ovulare e produrre uova. Raggiunte le temperature minime gli animali potrebbero smettere di nutrirsi, fattore normale e che non deve allarmare.
Il periodo freddo dovrà durare circa 2 mesi, quindi attorno alla fine di Gennaio si inizieranno ad alzare le temperature, riportandole al normale range di gestione.
Durante l'aumento delle temperature sarà opportuno nutrire adeguatamente gli animali, in modo da rimetterli in forza prima che inizino le riproduzioni.
Se non è possibile ottenere le temperature invernali, è necessario dividere gli animali per 3 mesi l'anno durante la stagione fredda, in questo modo la femmina dovrebbe smettere di deporre, anche se per ritenzione spermatica potrebbe continuare a farlo per più di una volta.
L'innalzamento delle temperature e delle nebulizzazioni stimolerà l'istinto riproduttivo degli animali; in questa fase il maschio inizierà a corteggiare la femmina emettendo dei lievi versi simili a squittii, se lei sarà ricettiva lo lascerà avvicinare, a questo punto lui afferrandola con la bocca per il collo la bloccherà e avvicinando lateralmente il corpo darà origine al vero e proprio accoppiamento.
Se la femmina non avrà ancora ovulato cercherà di allontanare il maschio con dei vocalizzi simili a piccoli urli e se lui non desisterà inizierà a morderlo; in questo caso gli animali vanno divisi onde evitare che si feriscano. Si potrà poi ritentare in un secondo momento l'accoppiamento, ma fin quando lei non accetterà il maschio sarà necessario stabularli singolarmente.
Ciò nonostante, diversi animali vivono assieme tutto l'anno senza crearsi problemi, sia in coppia che in piccoli harem.
Gli accoppiamenti si susseguiranno regolarmente a cadenza casuale per tutta la stagione riproduttiva.
Dall'accoppiamento alla deposizione possono passare dalle 2 alle 6 settimane, la durata della gestazione cambia in base al momento in cui la femmina ha ovulato e alle temperature ambientali, più sarà caldo e prima la femmina deporrà. Una femmina in buona salute in una stagione riproduttiva arriverà a deporre 6-7 coppie di uova, ogni 2-3 settimane.
Le femmine depongono le uova nel substrato e solitamente, già 2-5 giorni prima della deposizione iniziano a scavare nel substrato per trovare il punto giusto in cui deporre (o nella tana umida in terrario semi-sterile).
Le uova si presentano di forma allungata e guscio pergamenaceo, quindi morbide al tatto.
In terrario naturalistico le uova possono anche essere lasciate nel substrato, può però risultare un problema al momento della schiusa perché gli adulti potrebbero predare la prole, oppure un piccolo non trovato immediatamente potrebbe fuggire o morire di fame.
Per ottenere il maggior numero di schiuse sarà quindi opportuno rimuovere le uova dal terrario e posizionarle in incubatrice.
Le uova andranno riposte in una scatoletta contenente perlite umida (si sconsiglia la vermiculite perché alla schiusa può essere ingerita dai piccoli e ucciderli). Il substrato di incubazione andrà inumidito in rapporto 1:1 (perlite:acqua).
In caso non si avesse una bilancia precisa, un buon metodo alternativo per inumidire la perlite è bagnarla fino ad infradiciarla e scolarla bene (premendola un po').
Le uova andranno incubate a 23°-24°C, anche se il range ottimale di incubazione va dai 20° ai 27°C. Le tempistiche di incubazione variano in base alle temperature, a 20°C le uova schiuderanno in 120 giorni circa, mentre a 27°C ne impiegheranno mediamente 60. Temperature superiori ai 27°C possono causare problemi agli embrioni, da non escludersi la morte, al contrario a temperature più basse di 20°C le uova schiuderanno, ma più sarà bassa la temperatura e più gli embrioni si svilupperanno lentamente. Il record conosciuto di incubazione è di 15°C, l'uovo è schiuso in 360 giorni.
La determinazione dei sessi dei cuccioli, a differenza di molte altre specie, non dipende nè dal maschio, nè dalle temperature di incubazione, ma bensì dalla femmina.
Infatti, al contrario di quelle specie in cui i cromosomi sessuali sono XX o XY ed è lo sperma del maschio a determinare il sesso dei nascituri contenendo entrambi i gameti sessuali, in Correlophus ciliatus i cromosomi sessuali si identificano con ZZ o ZW ed è il corredo cromosomico della femmina a contenerli entrambi (Per approfondimenti sulla determinazione dei sessi dei gechi si consiglia la lettura di: Restriction Site-Associated DNA Sequencing (RAD-seq) Reveals an Extraordinary Number of Transitions among Gecko Sex-Determining Systems - Gamble et al. 2015).
Allevamento cuccioli
Al momento della nascita i piccoli misureranno circa 4 cm totali e saranno completamente formati e autonomi. Si consiglia di alloggiarli singolarmente in piccoli box (un cubo da 20cm è idoneo per alcuni mesi), alcuni allevatori le prime settimane di vita allevano assieme i 2 piccoli nati dalla stessa deposizione, dopo per evitare eccessiva competizione alimentare vengono comunque separati.
I primi 7-10 giorni si consiglia la gestione su carta assorbente, in modo che si possano monitorare attentamente gli animali, stando attenti che eseguano bene la prima muta e che inizino a mangiare. Nei primi mesi di vita non sono necessari allestimenti coreografici, bastano un paio di rami e una corteccia come rifugio.
Baby Correlophus ciliatus alloggiato su carta con un pezzo di corteccia di sughero.
Dalla nascita al primo pasto possono passare 5-7 giorni, questo perché il geco trae ancora il nutrimento dal sacco vitellino non ancora completamente riassorbito; dopo questo primo periodo si potrà iniziare a provare a nutrire i piccoli (frutta o insetti a discrezione dell'allevatore).
I parametri ambientali da mantenere per la gestione dei piccoli sono i medesimi degli adulti; alcuni allevatori sconsigliano la bruma, ma in realtà un animale sano, anche se giovane, non avrà problemi ad affrontarla.
Tutela e protezione
Attualmente la Nuova Caledonia ha vietato la cattura e l'esportazione di Correlophus ciliatus, ma non è protetto da leggi internazionali, anche se nella IUCN red list è indicato come "Vulnerable".
Curiosità
La facilità con cui si può allevare e riprodurre il geco crestato e la gamma di colori che presenta l'ha reso uno dei rettili più apprezzati da allevatori e appassionati.
Ogni colorazione viene definita "morph" ha un nome che la identifica, ad esempio i dalmatian son caratterizzati da punti neri più o meno numerosi, gli harlequin sono quegli esemplari con macchie di colore su arti, fianchi e dorso, ecc... inoltre anche le colorazioni vengono identificate con terminologie inglesi red (rosso), yellow (giallo), orange (arancio), ecc...
Ci sono però alcune curiosità da sapere riguardo a queste mutazioni di colore.
Prima di tutto, quasi tutte le colorazioni presenti in terrariofilia sono rinvenibili anche in natura (non come nel geco leopardino dove la livrea tipica è a chiazze marroni o nere, con fondo giallo, bianco o nocciola), ci sono poche eccezioni. In primis le selezioni, cioè se in natura è possibile trovare un harlequin un extreme-harlequin inizia ad allontanarsi dalla forma naturale, un po' come un superdalmatian, cioè un animale con un numero di punti neri molto elevato.
Un'altra colorazione che non è comune in natura è quella chiamata Lilly White, animali che presentano una buona parte del corpo totalmente depigmentata e completamente bianca. Potrebber ricordare una forma di piebaldismo, ma geneticamente invece di essere recessivo è dominante incompleto.
La seconda curiosità riguardante le colorazioni di C. ciliatus è che sono poligenetiche, quindi poche si trasmettono seguendo la classica tabella mendeliana, ad oggi si sa che il Dalmatian e il Pinstripe sono dominanti, il Lilly White dominante incompleto e pare che l'Axanthic sia recessivo.
Ciò non significa che le altre colorazioni non possano essere trasmesse alla prole, ma semplicemente che per poter tramandare in modo netto o maggiorato un carattere andrà fatto un lavoro di selezione su una o più caratteristiche che siano di colore o di livrea.
La terza ed ultima curiosità sulla morfologia del geco crestato deriva da alcune osservazioni fatte in natura. Dalle spedizioni in Nuova Caledonia risalenti a metà degli anni 90' era stato evidenziato come C. ciliatus nell'areale distributivo più a Nord fosse di dimensioni maggiori rispetto a quelli a Sud, inoltre, anche i colori cambiavano ad esempio quella che viene definito come "tiger" sarebbe il pattern tipico degli animali del Nord, mentre i "Fire" e gli "Harlequin" sono tipicamente del Sud. Purtroppo queste differenze di popolazione si sono mischiate in allevamento, quindi ad oggi non sono più caratteristiche utili all'identificazione di popolazione.